Giovanna Vitelli*

Meglio prevenire

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Contro le infezioni da papillomavirus e i rischi di tumore al collo dell’utero la scelta migliore per le giovani donne è la prevenzione

L’Hpv, acronimo di papillomavirus umano, è un virus a Dna comune che infetta la pelle e le membrane mucose la cui trasmissione avviene per contatto cutaneo e per via sessuale, ma anche attraverso la condivisione di asciugamani o altri oggetti con una persona che ne è affetta. Può determinare la formazione di condilomi, simili alle verruche, su mani, piedi ed aree genitali esterne, oppure decorrere in modo asintomatico. Ne esistono oltre 150 tipi, che si differenziano in base ai tessuti che infettano: alcuni di loro sono definiti “Hpv ad alto rischio”, in quanto collegati all’insorgenza di vari tipi di tumori. Il virus si replica nelle cellule dell’epidermide.
L’infezione è estremamente frequente nella popolazione: si stima, infatti, che almeno il 75% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della propria vita con un virus Hpv, con un picco di prevalenza nelle giovani fino ai 25 anni d’età. La maggior parte delle infezioni (70-90%) da papillomavirus è però transitoria, perché il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di sviluppare un effetto patogeno.
La persistenza dell’infezione è invece la condizione necessaria per l’evoluzione verso lesioni precancerose e successivamente verso il tumore del collo dell’utero.
La probabilità di progressione delle lesioni

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01/07/2012