Simonetta Zanzottera

Al centro del Viminale

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Ritorna a splendere una delle fontane nel cuore di Roma, dopo un restauro finanziato dal programma Pnrr – Caput Mundi

nsluoghi 03-25

Da qualche giorno la fontana che occupa il centro di piazza del Viminale è tornata a far bella mostra di sé.

Il manufatto è opera di Publio Morbiducci – scultore, medaglista e pittore attivo sulla scena romana nella prima metà del Novecento – che l’aveva concepita nel 1924. In quell’anno il Governatorato di Roma aveva bandito un concorso nazionale per la realizzazione di cinque fontane da erigersi in altrettante piazze della città. Per l’occasione Morbiducci aveva progettato una fontana destinata a una piazza di Testaccio ma non aveva vinto la gara, tuttavia la sua opera fu considerata meritevole di essere realizzata e, quando nel 1929 lo scultore fu incaricato di curare l’arredo urbano della piazza antistante il Palazzo de Viminale – terminato ormai da dieci anni – la fontana fu collocata al centro della piazza e furono realizzate le aquile poste sulle colonne che delimitano le due rampe circolari e i sedili dei due emicicli.

L’opera, tutta realizzata in travertino, è costituita da una vasca rettangolare con lobi semicircolari sui lati corti, posta a un livello inferiore rispetto a quello del piano stradale, circondata da colonnine di travertino collegate fra loro da catene e da una balaustra in ferro. Al centro della vasca si innalza un basamento quadrangolare, ornato con bassorilievi raffiguranti le tre cime sovrapposte, emblema del rione Monti  e la corona turrita, simbolo della città di Roma sul lato verso il Palazzo Viminale, mentre dalla parte opposta compare la lupa capitolina.  Sul basamento poggia il catino monolitico rettangolare, ornato sui lati lunghi da due coppie di maniglie circolari – forte richiamo alle vasche delle antiche terme romane – da cui fuoriesce l’acqua che, scivolando lungo il basamento, ricade nella vasca inferiore. La fontana, terminata nel 1931, ha subito nel tempo vari interventi di restauro. Quello effettuato nel 1999 aveva interessato il risanamento strutturale della vasca superiore, che presentava profonde fratture. Poi, però, nel 2018 la riapertura delle lesioni del catino superiore ed il distacco di una porzione dello stesso avevano reso impossibile il funzionamento della fontana che, isolata per motivi di sicurezza, appariva un elemento estraneo al contesto della piazza di cui, invece, costituisce l’elemento scenico essenziale.

L’intervento di restauro che si è concluso in questi giorni non è consistito quindi in una semplice operazione di restyling perché, oltre alla pulitura delle incrostazioni calcaree e all’eliminazione delle patine biologiche legate all’inquinamento atmosferico, si è dovuto provvedere al ripristino strutturale della continuità della vasca superiore.

Il taglio del nastro per l’inaugurazione è avvenuto il 18 febbraio, quando il sindaco di Roma Gualtieri, alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del sovrintendente capitolino ai Beni culturali Parisi Presicce, ha mostrato e restituito alla città e ai suoi cittadini la fontana nella sua nuova veste, tornata ad essere nuovamente elemento pulsante della piazza.

Da allora, al calar della sera, grazie alla nuova illuminazione artistica a led – con faretti posizionati sott’acqua –  realizzata in occasione del restauro, la fontana si riappropria prepotentemente del suo ruolo di elemento scenografico primario della piazza.

Avvolta dall’abbraccio delle rampe circolari da cui si accede al Palazzo, con la scalinata e la facciata di foggia cinquecentesca del ministero dell’Interno a far da sfondo, la fontana illuminata sprigiona una forza attrattiva e chiunque, anche distrattamente, si trovi a passare sulla piazza è spinto a immortalarne l’immagine.

04/03/2025