Emilio Bianco
Miniere urbane sotto attacco
Il “Rapporto Ecomafia 2024” di Legambiente denuncia gli affari illeciti che crescono attorno al mercato del Raee. Segmento dell’economia circolare su cui l’Italia resta lontana dagli obiettivi di riciclo fissati dall’Ue
Oro, platino, rame, litio, alluminio. Potrebbe sembrare una tipica giornata di quotazioni a Wall Street. In realtà si tratta di una parte dei materiali che compongono quegli oggetti di cui ormai nessuno di noi può fare a meno: le apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee). Smartphone, computer, frigoriferi e lavatrici sono delle vere e proprie miniere di tutta una serie di materie prime “non energetiche e non agricole che sono considerate critiche a causa della loro elevata importanza economica e della loro esposizione a un elevato rischio di approvvigionamento, spesso causato da un’elevata concentrazione di approvvigionamento da pochi Paesi terzi”, secondo la definizione contenuta nel Critical raw materials act (Regolamento Ue 2024/1252). Secondo l’ultimo rapporto del Centro di coordinamento Raee, il consorzio partecipato da quindici sistemi collettivi dei produttori di queste apparecchiature, nel 2023 nel nostro Paese sono state avviate a corretto riciclo oltre 349.345 tonnellate di Raee, con un calo del 3,1% rispetto all’anno precedente. Un dato che, a prima vista, potrebbe sembrare molto positivo. Ma se lo rapportiamo all’immesso al consumo annuale, rappresenta poco più del 30% di quello che viene prodotto. Secondo la direttiva Ue 2012/19, dal 2019 il tasso minimo di raccolta da conseguire ogni anno è pari al 65% del peso medio delle Aee immesse sul mercato nello Stato membro interessato nei tre anni precedenti o, in alternativa, all’85% del peso dei Raee prodotti nel suo territorio. Questi parametri pongono l’Italia ben lontana dagli obiettivi prefissati a livello continentale. «Abbiamo deciso di dedicare un intero capitolo del “Rapporto Ecomafia 2024” alle diverse criticità del sistema di gestione dei Raee per un’evidente anomalia – afferma Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente – sono diminuite le quantità raccolte dal sistema dei consorzi, come denun