Loredana Lutta
Il fiuto che incastra
Usa
Erano finiti in carcere per omicidio o rapina e ne sono usciti, mesi dopo, scagionati dalla confessione del vero colpevole o da una telecamera di sorveglianza. Ad incastrare Curvis Bickam, Cedric Johnson e Ronald Curtis era stato il fiuto dei cani addestrati da Keith A. Pikett, vice sceriffo di una contea del Texas che i tre hanno ora citato in giudizio per un risarcimento danni insieme al Dipartimento di polizia di Houston. In un confronto all’americana olfattivo – una parata di contenitori contenenti tracce olfattive di soggetti diversi – il loro odore era stato riconosciuto dal cane come lo stesso presente sulla scena di tre omicidi, per Bickam e Johnson, e di diverse rapine, per Curtis. Il primo a portare in tribunale Pikett è stato,lo scorso gennaio, Michael Buchanek che si è liberato di ogni sospetto di essere un omicida grazie al test del Dna che ha identificato il vero assassino, poi reo confesso. Secondo un esperto del comportamento degli animali, consultato dalla difesa, a ingannare l’olfatto di Quincy, Colombo e Clue – questi i nomi di alcuni dei segugi di Pikett – sarebbero stati campioni odorosi contaminati o segnali subliminali, persino inconsci, provenienti dai conduttori o dagli investigatori.
Dopo aver dimostrato di avere naso nella ricerca di esplosivi e stupefacenti, vittime di catastrofi naturali e delitti, i cani hanno cominciato ad essere utilizzati anche per stabilire un collegamento tra un reato e un eventuale sospettato. Quest’ultima frontiera olf