Antonella Fabiani
Delitti in 3D
Due i casi risolti dal team della Scientifica grazie alle recenti tecnologie di ricostruzione tridimensionale
Dalla scena del crimine tradizionale al suo modello digitale in tre dimensioni. Un passaggio epocale che rende questo settore della Scientifica all’avanguardia rispetto alle altre forze di polizia europee, e al passo con i “nostri tempi” alla ricerca di soluzione sempre più precise e veloci. E se la ricostruzione di una scena del crimine prende le sembianze di un videogame è per mettere insieme un complesso lavoro di analisi. Partendo dal modello digitale 3D del luogo, teatro dell’evento, vi vengono inserite tutte le informazioni provenienti sia dal mondo della polizia scientifica (quali i risultati delle indagini balistiche, o dei residui dello sparo, o di merceologia o di chimica), sia quelle provenienti dal mondo investigativo vero e proprio, quale pedinamenti, tabulati, celle telefoniche. Ma anche i reperti vengono inseriti, o meglio la versione digitalizzata del reperto, quella che hanno chiamato virtual evidence.
Il luogo del delitto rimane sempre il punto di partenza: lì si effettua il sopralluogo con i classici rilievi e misurazioni, si acquisiscono tutti i dati che permetteranno di arrivare a un modello digitale 3D dell’ambiente teatro dell’evento.
Un grande salto in avanti che, però, trova la giustificazione nella sua efficacia nell’inchiodare l’autore di un reato, perché altrimenti rimarrebbe solo un “gioco in movimento”. Gli esperti del team del laboratorio virtuale della Scientifica ormai a lavoro da qualche anno hanno già affrontato dei casi. Ne riportiamo due, quelli che si possono considerare chiusi: la vicenda di Valeriano Poli (un vecchio caso, rimasto insoluto per 20 lunghi anni) e l’agguato all’avvocato Giuseppe Antoci e alla sua scorta.
Il cold case di Valeriano Poli
Di certo qualsiasi assassino non si aspetterebbe mai di essere catturato per un delitto commesso venti anni prima. È quello che è successo a Stefano Monti, finito in manette nel giugno di quest’anno con l’accusa di aver ucciso Valeriano Poli, buttafuori di una discoteca, assassinato con dei colpi di arma da fuoco il 5 dicembre 1999. Ma torniamo indietro nel tempo. Precisamente a quando si si svolsero i fatti. I due si erano già conosciuti nel marzo di venti anni fa, davanti alla discoteca dove lavorava Poli, e avevano avuto un forte litigio. E questo aveva indirizzato i sospetti su Monti. Ma non c’era prove. Ovvero una ce n’era. Il materiale ematico ch