Fiorenza Sarzanini*

Come eravamo

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Come per ogni anniversario illustre, per queste nozze di brillanti tra l’Istituzione e Polizia Moderna, 75 anni di pubblicazioni e di narrazioni ininterrotte, abbiamo pensato di ridare luce e leggibilità ad alcune pagine “datate”. Di volta in volta saranno commentate da giornalisti e storici che ci restituiranno il loro punto di vista

ann 03-24

È un intreccio che dura da 75 anni. Nel tempo è cambiato, si è evoluto e trasformato. Però non si è mai incrinato. Perché il legame tra polizia e giornalismo è alla base di un racconto dell’Italia attraverso le indagini sui fatti che hanno segnato la storia del nostro Paese. E allora bisogna tornare indietro e osservare gli articoli dell’epoca, cronache asciutte ma lunghissime. Come dimostra l’articolo di cronaca nera, del maggio 1954 di Polizia Moderna, che qui viene riportato. Oppure grandi reportage, racconti dal campo, interviste a personalità. Un registro simile a quello degli Anni ‘80 e ‘90 quando io ho cominciato questo mestiere e mi sono innamorata della cronaca nera e giudiziaria. Un periodo straordinario caratterizzato dal lavoro sul campo. Niente telefonini, niente Internet, nessuna possibilità di avere strumenti tecnologici che non fosse un Teledrin per le emergenze. Il giornale chiamava e bisognava andare subito dove il fatto era avvenuto. Giorno, notte, non c’era differenza. Perché era fondamentale stare lì dove tutto accadeva. Le descrizioni erano vere e autentiche, mai filtrate dall’occhio di una telecamera, oppure riprese dai siti web come si può fare adesso. Per avere le notizie, per parlare con i protagonisti, confrontarsi con magistrati e investigatori non c’era altro modo. Adesso è diverso, con il trascorrere degli anni i siti web dei giornali hanno reso l’informazione più veloce, continua. E anche il modo di raccontare i fatti è cambiato, influenzato dai social network, caratterizzato da una ricerca dell’immagine, dai protagonisti che si raccontano attraverso i propri profili social e troppo spesso sfuggono al confronto con i mass media. Ci sono le fotografie, ci sono soprattutto i video che in alcuni casi sostituiscono i pezzi scritti o comunque li arricchiscono. Rimane la “carta” dove gli avvenimenti vengono approfonditi, rimane soprattutto il racconto che Polizia Moderna dal 1949 ha voluto e saputo mantenere al passo con gli altri organi di informazione, dedicandosi in ogni numero ad approfondire un aspetto del sistema sicurezza, ma anche delle altre realtà che inevitabilmente coinvolgono la vita dei cittadini. Con un’attenzione particolare a quelle emergenze che mettono in pericolo le categorie più fragili, primi fra tutti i minori.

*vicedirettore del Corriere della Sera

11/03/2024