Susanna Carraro e Paola Madonna
Giovani criminali
Unione europea
Il Parlamento europeo ha approvato una relazione in materia di criminalità giovanile, fenomeno che assume proporzioni sempre più preoccupanti: l’età d’ingresso nella delinquenza risulta essersi notevolmente abbassata mentre è aumentato il numero dei reati commessi da minori di tredici anni, che si abbandonano ad atti sempre più crudeli. Ciò rappresenta un problema ben più pericoloso rispetto alla criminalità adulta, dal momento che interessa una parte della popolazione particolarmente vulnerabile, ed espone i giovani al rischio di esclusione e stigmatizzazione sociale. Tra i fattori alla base del fenomeno sono stati individuati la descolarizzazione, l’assenza di punti di riferimento, la mancanza di comunicazione e di valorizzazione di modelli adeguati all’interno della famiglia. Sono stati evidenziati, inoltre, problemi psicopatologici, legati a violenza fisiche o abusi sessuali spesso in ambito familiare, a carenze di sistemi educativi, povertà e razzismo, nonché a consumo di alcol e droghe. Alla delinquenza giovanile concorrerebbe anche l’offerta, da parte dei mezzi di comunicazione, di modelli che esaltano e banalizzano una violenza gratuita, eccessiva e ingiustificata. Il Parlamento europeo considera quindi fondamentale che tutti gli attori della società partecipino all’elaborazione di una strategia integrata, a livello nazionale ed europeo, in grado di combinare prevenzione, misure giudiziarie ed extragiudiziarie, definendo una politica volta a ridurre le disparità sociali e a lottare contro esclusione sociale