Umberto Galimberti
Silenzio
Quando il silenzio propaga la sua eco, le parole rivelano tutta la loro usura. Sarà per questo che presso i Papuani, ci informa il geografo francese Émile Baron, il linguaggio è poverissimo. Ogni tribù ha la propria lingua, il cui lessico si impoverisce di continuo perché, dopo ogni morte, vengono soppressi alcuni vocaboli in segno di lutto.
Nel nostro linguaggio, invece, regna un’economia di profusione e di abbondanza, come se di parole ce ne fossero tante, e tante ce ne saranno sempre quante se ne vorrà, per tutti. Utopia della crescita illimitata, riflesso dell’economia che, trasposta nel linguaggio, diventa disponibilità senza limite di parole da impiegare come valore d’uso e valore di scambio.
In questa profusione discorsiva, dove non si profila mai lo spettro della penuria, noi finiamo col vivere nel rumore del mondo, in una sorta di sottomissione acustico-visiva per cui sempre meno esiste un posto silenzioso e non inondato ...
01/01/2008