Cristiano Morabito

Giubileo: tra fede e sicurezza

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Oltre 30 milioni i pellegrini in arrivo a Roma da tutto il mondo: il delicato ruolo della questura della Capitale

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Prima di parlare di un evento di proporzioni mondiali qual è il Giubileo, è necessario fare una premessa e farla numeri alla mano, proprio per rendersi conto di quanto un’occasione del genere, che ha una ricorrenza venticinquennale, possa impattare nel luogo principale in cui si terrà: Roma. Dunque, proprio analizzando i numeri, possiamo realmente averne la portata: la Capitale, attualmente, conta poco più di due milioni e 700mila abitanti, che sale a oltre quattro milioni (4.230mila) se si conta anche il cosiddetto hinterland, popolato da persone che, quotidianamente, vanno e vengono dalla città; la Santa Sede ha stimato che, durante il Giubileo che sta per iniziare, durante tutto l’arco del 2025 a Roma transiterà una cifra oscillante tra i 32 e i 35 milioni di pellegrini.

Il conto è presto fatto: ogni giorno a Roma si riverserà una media di quasi centomila persone in più, come se una città grande come Novara o Udine quotidianamente trasferisse i propri abitanti nella Capitale.

A tutto questo enorme flusso di persone che fa parte dei cosiddetti “tour organizzati”, vanno aggiunti i “turisti fai da te”, ossia quelli che non si affidano ai vari tour operator o agenzie di viaggio e che, autonomamente, decidono di passare qualche giorno a Roma, magari incastrandolo all’interno di un viaggio che si sono organizzati per visitare l’Italia. Ma tutto questo non basta, perché dobbiamo ancora aggiungere chi, quotidianamente da altre città italiane, viene a Roma per lavorare o per altri motivi e, ancora, gli “abitanti non censiti”.

Dunque, a conti fatti, la Capitale per tutto il 2025 potrebbe contare una popolazione eterogenea, tra residenti e non, di quasi 5 milioni di persone. Il tutto, ovviamente, condito anche da quei piccoli-grandi disagi che, quotidianamente, i romani devono affrontare, dal traffico alle buche, dagli scioperi alle quasi quotidiane manifestazioni di piazza, passando per quel numero quasi imprecisato di cantieri che ormai, da qualche anno, fanno parte del panorama cittadino e che, in vista del Giubileo del 2025, si sono moltiplicati, affinché Roma desse al mondo quell’immagine che tutti vogliamo dia. A proposito, molti di questi cantieri entro la fine del 2024 saranno chiusi, mentre altri, si spera, lo saranno verso la metà del prossimo anno. Per buona pace degli ormai ultra pazienti cittadini del Caput mundi.

Un flusso veramente impressionante di persone che, oltre a volersi guadagnare l’indulgenza plenaria, sarà impegnato a muoversi, trovare un alloggio, affollare negozi, ristoranti e luoghi di culto e che, di conseguenza, dovrà poter vivere il proprio pellegrinaggio/turismo nel migliore dei modi e in sicurezza.

Ovviamente, come già accaduto in altre occasioni simili, un ruolo fondamentale sarà ricoperto dalla questura di Roma e provincia che sarà chiamata, nei prossimi 365 giorni, a un lavoro che di certo andrà oltre l’ordinario e che, soprattutto, dovrà consentire a chi verrà nella Capitale, ma anche a chi ci abita, di vivere un 2025 il più sereno possibile, sotto ogni punto di vista.

Di quel che accadrà da qui a pochi giorni e per capire come sia stata messa a punto la complicata macchina della sicurezza che vigilerà sul Giubileo 2025, ne abbiamo parlato con il questore, il romano Roberto Massucci, a capo degli uffici di via San Vitale dal 2 ottobre di quest’anno, ma con alle spalle una lunga esperienza in materia di eventi giubilari: nel 2000 è dirigente per l’Ufficio del Giubileo e nel 2015 capo di gabinetto della questura.

«Essere il questore della città in cui sono nato, lo considero un grande privilegio e allo stesso tempo mi fa sentire quasi in una zona di confort, perché mentre parliamo delle cose da fare, mentre parliamo dei luoghi, io visualizzo. E quando visualizzi, quando conosci i luoghi sanpietrino per sanpietrino, allora riesci ad avere una visione più precisa di quelle che sono le esigenze di sicurezza. Il percorso che ho fatto nelle mie precedenti esperienze (Massucci è stato questore di Terni, Livorno e Verona, ndr) e la conoscenza delle altre comunità mi ha arricchito profondamente, perché ognuna ha le sue caratteristiche, in ogni luogo dove vai si ha una esigenza di sicurezza e si rappresenta alle istituzioni una domanda di sicurezza che è molto diversa che insegna una cosa fondamentale: non possiamo mai pretendere di imporre la nostra linea alle comunità la cui sicurezza ci viene affidata, ma dobbiamo rispettare le loro dinamiche e quindi le dobbiamo conoscere. E per fare questo ci devi mettere la faccia. È chiaro che a Roma diventa tutto più difficile, soprattutto perché gli spostamenti qui sono problematici, ma io cerco sempre di propormi personalmente».

Un Giubileo “al tempo delle guerre”
“Peregrinantes in spem”, ossia “pellegrini nella speranza” è il motto scelto da Papa Francesco per il Giubileo 2025. E sarà proprio la “speranza” a guidare tutto l’evento, soprattutto con un focus principale: la pace. Un’aspirazione alla quale tendiamo tutti, soprattutto in questo periodo storico, ma che non ci deve distrarre da quella che attualmente è la situazione geopolitica che vede insistere vari conflitti, da quello più “vicino a casa nostra” tra Russia e Ucraina, a quello israleo-palestinese, fino ad arrivare alla recentissima situazione di instabilità che si sta registrando in Siria con la caduta del regime di Assad.

«Il Giubileo che ci accingiamo ad affrontare – osserva il questore di Roma – si inserisce in un contesto storico di particolare complessità perché viviamo, anche in termini di espressione sulle piazze, un grande condizionamento psicologico delle persone che vivono nel periodo delle guerre. Un qualcosa con il quale non eravamo più abituati e che indubbiamente incide molto sulle coscienze delle persone. E lo vediamo anche con le numerosissime manifestazioni di piazza che ci troviamo a gestire, molto partecipate proprio a testimoniare questo sentimento della gente. In tutto questo si innesca un giubileo a cui Papa Francesco ha voluto dare proprio il taglio della speranza, della visione delle persone di buona volontà che si mettono insieme per cercare di costruire qualcosa di diverso. Queste considerazioni, per chi deve strutturare un piano di sicurezza, necessariamente vanno tenute in debito conto, perché ci dobbiamo porre il problema di mettere in campo un dispositivo che se da un lato deve corrispondere alle esigenze di massima sicurezza, allo stesso tempo però deve garantire l’accoglienza e partecipazione di tutti i pellegrini».

Questura: fulcro tecnico-operativo
Un lunga e dettagliata pianificazione è stata messa in atto nei mesi precedenti l’inizio dell’evento, che ha dovuto necessariamente tenere conto di tutti gli attori in campo: «L’organizzazione di questi eventi è molto complessa – sottolinea Massucci – Ci sono delle strutture che fanno capo alla Santa Sede che stanno organizzando eventi, ci sono altre strutture che fanno capo al Comune che stanno organizzando altri eventi nel contesto giubilare e, in tutto questo, la questura diventa un po’ il fulcro tecnico-operativo di quella che è la gestione di numerosi aspetti, fra i quali quello che ritengo il più complesso, la gestione del quotidiano: avremo ogni giorno un flusso di pellegrini che farà il cosiddetto “percorso giubilare”, quello delle indulgenze, che prevede il passaggio nelle varie Porte Sante che saranno aperte nelle basiliche romane. E questo determina uno scenario operativo sul quale noi andremo a puntare la nostra attenzione, con un’attività di intelligence che mette insieme tutte le informazioni disponibili alla comunità nazionale e internazionale, e in questo il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, che ha un ruolo fondamentale all’interno del Dipartimento, è punto di sintesi di tutte le informazioni che sono a disposizione che poi vengono riversate sull’Autorità provinciale di pubblica sicurezza, in modo tale che i servizi siano adeguati al patrimonio informativo di quel momento».

Per il coordinamento di tutti i servizi sarà operativo il Centro per la gestione degli eventi, un modello organizzativo estremamente efficace perché mette insieme fisicamente nello stesso luogo tutti gli attori della catena di comando, così che si possa gestire la funzione che in quel momento diventa più rilevante.  

Un palcoscenico importante
Ovviamente Roma per tutto il periodo del Giubileo potrebbe fare da scenario anche per azioni eclatanti che nulla hanno a che vedere con gli eventi religiosi ma che, proprio per questi, potrebbe fungere suo malgrado da ampia cassa di risonanza: «La prevenzione antiterrorismo – afferma il questore di Roma – è un’attività che si gioca innanzitutto sul piano dell’intelligence e la nostra modalità di processare le informazioni attraverso il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, un unicum in Europa, funziona molto bene perché anche lì, un po’ come il concetto della sala operativa, tutti insieme su un unico tavolo, si condividono le informazioni, si valutano, si classificano e quindi si dà il livello più alto, a seconda dell’importanza e della fondatezza che diventa fondamentale: se, ad esempio, si sa che quel giorno il vulnus principale è previsto sulla Basilica di Santa Maria Maggiore, allora si potranno focalizzare i servizi di prevenzione e sicurezza su quella location. Ci sono una serie di situazioni che fanno parte della letteratura del terrorismo di cui comunque bisogna tenere conto, come i cosiddetti “lupi solitari”. Però, devo dire, che allo stato attuale non abbiamo allarmi circa pericoli del genere. Ma ovviamente manteniamo le antenne dritte e puntate, perché le guerre che ci circondano seminano odio e l’odio non porta mai a niente di buono. Ovviamente manteniamo sotto attenzione anche il Web, monitorando tutte le informazioni che possono riguardare gruppi o singole persone».

La safety efficace e discreta
Saranno principalmente 12 (vedi box) gli eventi giubilari che si alterneranno nell’arco del 2025 e che, in gran parte, avranno come teatro piazza San Pietro e le zone immediatamente limitrofe, nonché le quattro basiliche papali della Capitale nelle quali verranno aperte le rispettive Porte Sante, tra i quali spicca il “giubileo dei giovani”, dal 28 luglio al 3 agosto, che si terrà sulla spianata di Tor Vergata (periferia est di Roma) e per il quale è previsto un afflusso di un milione di persone. «Sarà un evento molto complesso in cui migliaia di ragazzi dovranno essere portati in un’area che andrà attrezzata per l’occasione – prosegue Massucci – Oltre ai sistemi di accoglienza e di sicurezza andranno valutati anche quelli di safety e di protezione dalle condizioni climatiche: negli ultimi anni a Roma in agosto si sono registrate temperature importanti. Verrà creato un campus con il reticolato di vie che ospiteranno i servizi di assistenza, di protezione civile, sanitaria e su cui, ancora una volta, con il concetto della massima sicurezza, ma allo stesso tempo del non impedimento alla partecipazione, ci sarà una sicurezza efficace ma discreta. Nei momenti di grande affollamento abbiamo preteso dagli organizzatori che ci sia un piano di safety, che poi come questura vagliamo e valutiamo se corrispondente alle esigenze, all’interno del quale sono impiegati personale del volontariato, della protezione civile e persone che in qualche modo hanno esperienza di gestione delle folle. In questi casi, il nostro ruolo sarà principalmente di garanzia, affinché tutto funzioni per il meglio».

Obiettivo security
Oltre alla gestione di eventi fuori dall’ordinario del quotidiano lavoro delle forze dell’ordine della Capitale, per cui giornalmente verranno impiegati 500 uomini e donne in più (tra poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti della polizia, ecc) sarà fondamentale anche quella di tutti i giorni, come la vigilanza di “obiettivi particolari” che, a causa al grande afflusso di persone, potrebbero far gola ai malintenzionati, come mezzi pubblici e metropolitane: «Stiamo avviando il progetto “Polmetro” – afferma il questore – una sorta di “volanti di sottosuolo” che operano all’interno sulle banchine e sui convogli con unità operative composte da cinque elementi. La presenza di queste pattuglie in un ambiente privo di luce naturale e nel sottosuolo, quindi un ambiente che di per sé non mette a proprio agio l’essere umano, è chiaramente un “warning” per chi vuole commettere qualcosa di illegale, ma è anche una percezione di aiuto e di sicurezza per chi frequenta abitualmente quei luoghi per spostarsi in città».

Tra sacro e profano
Anche durante l’anno del Giubileo, la questura dovrà armonizzare quello che Roma è sempre, ossia centro della cristianità e fulcro della politica italiana, con le numerose manifestazioni di piazza che, di certo, non mancheranno: «L’impegno sarà particolarmente complesso – osserva Roberto Massucci – perché mette un po’ insieme il sacro e il profano. La libertà di pensiero e il diritto a manifestare, ovviamente, resteranno intatti, ma allo stesso tempo bisognerà garantire anche il normale svolgimento delle attività giubilari: abbiamo cercato di metterci fisicamente nei panni dei pellegrini e di immaginare cosa faranno quando arriveranno a Roma. Questo ci aiuterà a organizzare e innestare i nostri servizi di protezione e sicurezza». 

Alloggi e identificazione
È cronaca delle ultime settimane che, in alcune città italiane ad alta vocazione turistica, alcuni cittadini si siano rivoltati contro il proliferare incontrollato in ogni angolo delle “key boxes”, ossia quelle scatoline di metallo con combinazione che contengono al loro interno le chiavi di bed and breakfast e case vacanze. Un problema non solo estetico, ma anche si sicurezza. Infatti, nella maggior parte dei casi, i gestori degli alloggi per identificare le persone si fanno inviare via mail il documento, per poi dare il codice per accedere alle chiavi. Il problema sorge dunque per l’effettiva identificazione degli ospiti che, nella maggior parte dei casi, non può essere sicura al 100%, così come successo qualche giorno fa in cui la Digos di Roma ha rintracciato un latitante curdo, ricercato terrorismo in Germania, che alloggiava in un b&b dopo esser stato “identificato” tramite il documento di un’altra persona. «A Roma sta proliferando il business dell’accoglienza – conclude Roberto Massucci – il che per l’economia è sicuramente un bene, ma ancor di più diventa importante la questione relativa all’identificazione delle persone: laddove non c’è regolarità, non c’è la consapevolezza da parte del gestore di quanto sia importante l’identificazione de visu e non via Internet. La regolarità è che il gestore si faccia carico per la compiuta identificazione dell’ospite, in maniera tale che poi possa essere comunicato all’autorità di polizia attraverso i sistemi telematici esistenti».

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I NUMERI DEL GIUBILEO  

  • 32-35milioni i pellegrini che arriveranno a Roma
  • 500 uomini e donne delle forze di polizia in più ogni giorno
  • 62 eventi concomitanti (ad oggi noti)
  • 22 manifestazioni sportive
  • 17 manifestazioni istituzionali
  • 13 commemorazioni
  • 8 concerti
  • 2 manifestazioni politiche/sindacali 34 eventi giubilari
  • 12 eventi di maggior interesse per ordine e sicurezza pubblica:
  1. apertura Porte Sante (24/12-5/1)
  2. Giubileo forze armate (8-9/2)
  3. Giubileo degli adolescenti (25-27/4)
  4. Giubileo dei lavoratori (1-4/5)
  5. Giubileo degli imprenditori (4-5/5)
  6. Giubileo delle bande musicali (10-11/5)
  7. Giubileo delle confraternite (16-18/5)
  8. Giubileo delle famiglie (30/5-1/6)
  9. Giubileo dei governanti (20-22/6)
  10. Giubileo dei giovani (28/7-3/8)
  11. Giubileo dei detenuti (14/12)
  12. Chiusura Porta Santa San Pietro (6/1/2026)
  • 6 grandi eventi giubilari
  • 4 cammini giubilari
  • 4 Porte sante:
  1. San Pietro in Vaticano
  2. San Giovanni in Laterano
  3. San Paolo fuori le mura
  4. Santa Maria Maggiore
13/12/2024