Massimo Montebove
Per Amar
Un sostegno morale e concreto quello della Polizia di Stato e del Fondo assistenza per chi scompare all’improvviso e tragicamente in servizio. Il ricordo di Amar dalle parole di chi l’ha conosciuto
Amar è un nome hindi, ma anche una variante del nome arabo Ammar. Significa “immortale” o “eterno” (dal sanscrito “Amar" e “longevo” da Ammar). Inoltre, Amar significa “luna” (dall’arabo “qamar"). A volte è proprio vero che il destino di una persona è legato al proprio nome. Perchè Amar Kudin, l’agente scelto della Polizia di Stato, già campione delle Fiamme oro rugby, morto a 32 anni dopo uno scontro tra due volanti avvenuto a Roma, era davvero considerato un “highlander” tra i colleghi e gli amici. Matteo, Francesco, Andrea e Miriam sono giovani agenti che lavorano al commissariato di Primavalle, periferia romana, che hanno conosciuto Amar e hanno voluto tratteggiare un ricordo straordinario. Come l’agente Matteo Accossato che racconta: «Ricordo la sua voglia di lavorare e la passione per l’autoradio. Non riusciva a rimanere in ufficio, voleva sempre uscire e portare risultati, non si fermava mai fino a che non aiutava qualcuno. Nonostante fosse impiegato da poco fuori, era molto operativo. Lo ricorderemo sempre». Un altro ricordo struggente da parte dell’agente Andrea Iraci: “È stato il mio primo capopattuglia, ci ho lavorato 6 mesi. Amar era una tempesta, per parlare di lui ci vorrebbe una serie tv. Tra noi, in maniera scherzosa, ci chiamavano ‘bestie’, perché la sua fisicità e anche la mia bastavano molto spesso a incutere quel giusto timore durante gli interventi difficili. Ha rappresentato il mio primo punto di riferimento in polizia. Una persona capace di migliorarsi ogni giorno, dedito al suo lavoro. Essere poliziotto era nel suo Dna. Amava la divisa, ma anche la vita. Non riesco ancora ad accettare la sua scomparsa, per m