Alberto Marello*

Una sfida condivisa

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Ad Alessandria il bisogno di sicurezza e le necessità del territorio si incontrano grazie al coinvolgimento dei cittadini

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La provincia di Alessandria, crocevia strategico tra il Nord-Ovest italiano e il retroporto del Golfo Ligure, è un territorio che, pur essendo lontano dalle grandi metropoli, vive quotidianamente le sfide della modernità. Con i suoi quasi 430mila abitanti distribuiti su un territorio ampio e frammentato, Alessandria si trova a bilanciare le esigenze di sicurezza di un tessuto sociale sano, ma sempre più attento e poco disposto a tollerare episodi di inciviltà. 

Il questore Sergio Molino, in carica dal 2021, guida le forze dell’ordine con l’obiettivo di migliorare non solo la sicurezza oggettiva, ma anche la percezione di sicurezza della popolazione. Secondo i dati dell’Indice di Criminalità 2024 del Sole 24 Ore, la provincia si colloca al 30° posto in Italia per numero di denunce, con un incremento del 10,6% rispetto all’anno precedente. «L’aumento delle denunce è anche indice della fiducia che i cittadini ripongono nelle istituzioni», sottolinea Molino. Un dato da leggere con attenzione, che evidenzia il bisogno di rafforzare la presenza dello Stato per prevenire fenomeni criminali e migliorare il rapporto tra cittadini e istituzioni. 

Un modello di sicurezza partecipata 
Uno degli strumenti più importanti su cui punta la questura è il concetto di sicurezza partecipata. Questo approccio prevede una collaborazione attiva tra istituzioni, forze dell’ordine e cittadini. Un esempio innovativo è l’integrazione delle telecamere private nei sistemi di sorveglianza della polizia, un progetto che sta prendendo piede anche ad Alessandria. «Collegare i sistemi di videosorveglianza privati a quelli della Polizia – spiega Molino – è un modo per estendere il controllo del territorio e dare maggiore sicurezza ai cittadini, senza compromettere la loro privacy». Questo modello di controllo sociale tecnologico potrebbe fare scuola anche in altre realtà territoriali. 

Ma la sicurezza partecipata non si ferma alla tecnologia. La questura ha avviato un programma di incontri con anziani e giovani, le due fasce di popolazione più vulnerabili, per prevenire reati come le truffe digitali, il cyberbullismo e i raggiri telefonici. «La sensibilizzazione è un’arma cruciale – continua il questore – perché molti reati, soprattutto quelli online, si basano sulla fiducia mal riposta o sulla mancanza di consapevolezza delle vittime. Educare i cittadini significa prevenire e proteggere». Questa attività si affianca alla collaborazione con scuole e associazioni locali per promuovere valori di legalità

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13/12/2024