Gabriella Lo Feudo*
La magia della frutta secca
Protagonista indiscussa delle feste natalizie, è ricca di sostanze antiossidanti e unisce gusto al benessere. Leggiamo sempre, però, le etichette
Mandorle, pistacchi, nocciole, anacardi, ma anche datteri, fichi secchi, palloni di fichi (prodotto tipicamente calabrese che rientra nell’elenco dei Pat - Prodotti alimentari tradizionali), sono tutte leccornie che tra poco troveremo nelle nostre tavole fino al 6 gennaio quando l’Epifania concluderà le feste. Elementi di convivialità consumati in famiglia, tra amici, durante le serate nelle feste natalizie, fatte di risate, allegrie e giochi vari.
L’usanza vuole che la frutta secca si gusti a fine pranzo e soprattutto durante le festività di fine anno. Nella tradizione napoletana si chiama “o spassatiempu”, quel cesto che tra un gioco e una chiacchiera, fornisce gustosità. Tutti abbiamo memoria dei grandi cesti disposti a centro tavola, pieni di ogni genere di frutta secca. Non servirla durante le feste di Natale, è considerata maleducazione: equivale, quasi, a non avere rispetto degli ospiti. L’usanza di sgranocchiare frutta secca è antica e risale alla notte dei tempi. I datteri secchi risultano menzionati in testi egizi,