Francesco Ferrante* con la collaborazione di Giulia Bigini**
Riuso necessario
La Commissione europea ha promosso il riuso per dare una spinta all’economia circolare
Negli ultimi mesi della scorsa legislatura europea sono stati numerosi i temi legati al Green Deal su cui alto è stato il volume della polemica, soprattutto nel nostro Paese in quanto il Governo italiano era tra quelli che nel Consiglio europeo frenava di più rispetto a normative che spingevano a favore del Green Deal. È stato così sull’elettrificazione dei trasporti con il contrasto alla normativa che impedisce di immettere sul mercato auto nuove alimentate da motore endotermico dal 2035, oppure sulla cosiddetta direttiva sulle “case green” per la quale il nostro Governo, dopo averla osteggiata, sino adesso non ne ha previsto nemmeno il recepimento non avendola inserita tra quelle da approvare nella legge di delegazione europea recentemente inviata al Parlamento. E anche sulla difesa della biodiversità e sulla riduzione della chimica in agricoltura l’Italia si è distinta nelle attività di freno, che in questo caso hanno addirittura avuto successo, grazie alla retromarcia innescata dalla Von Der Leyen davanti a qualche trattore in trasferta a Bruxelles. In questa cornice generale una storia e un percorso particolare ha avuto il Regolamento sugli imballaggi. Per spiegare bene l’oggetto del contendere è utile usare qualche riga per riassumere il non banale schema in cui si forma la legislazione europea nel confronto – anche di potere – tra le tre istituzioni: Commissione, Parlamento e Consiglio (i governi dei paesi membri).
In Europa funziona così (consentendoci una sintesi): la Commissione propone, il Parlamento esamina la proposta e in caso la emenda. Per ottenere il definitivo via libera, qualsiasi norma deve passare dalla fase successiva, detta “trilogo”, in cui siedono tutte e tre le istituzioni – compreso il Consiglio, espressione dei Governi dei Paesi membri - per arrivare a un compromesso che il Parlamento deve di nuovo approvare e inviare al Consiglio; solo con l’ok definitivo di quest’ultimo (a maggioranza qualificata o all’unanimità a seconda della materia in esame) la norma arriva in Gazzetta ed entra nel corpo normativo europeo. Infine, le norme europee si distinguono tra Direttive, che devono essere recepite da ogni Stato Membro, e Regolamenti, che sono invece immediatamente operativi sull’intero territorio dell’Unione europea. Sugli imballaggi la Commissione ha scelto sin dall’inizio di seguire la seconda strada, quella del Regolamento. E anche questa scelta, come vedremo, è stata oggetto di polemic