Mauro Valeri

Sempre allerta

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Elevata preparazione e prontezza di intervento, queste le principali caratteristiche della polizia israeliana

estero

Sette distretti, Sette dipartimenti e 27mila poliziotti. Questi i numeri della polizia ebraica nei quali il 7, numero delle braccia del candelabro simbolo del Paese (il Menorah), sembra rivestire un’importanza particolare. Ciò che però davvero caratterizza la polizia israeliana, il cui quartier generale è a Gerusalemme, è l’elevata preparazione media dei suoi operatori. Preparazione media poiché, al di là dei livelli di specializzazione raggiunti da unità particolari (vedi box), tutti gli uomini e le donne poliziotto sono sottoposti a procedure selettive particolarmente severe e a impegnativi aggiornamenti professionali. Il reclutamento comincia con una giornata di prove nella quale vengono svolti test attitudinali, esami medici e un colloquio con gli esaminatori. Coloro i quali superano questa prima fase proseguono nella selezione mentre gli esclusi potranno riprovare a sottoporsi ai test non prima di un anno. Il candidato è poi sottoposto a simulazioni e giochi di ruolo che, se superati positivamente, danno accesso ai test fisici. Per gli uomini è richiesta la percorrenza dei 2 km in meno di 11 minuti mentre alle donne è richiesto di percorrere 1 km in meno di 6 minuti e mezzo. Anche i muscoli addominali vengono messi a dura prova: 33 flessioni richieste alle donne e 45 agli uomini. C’è poi un “colloquio di sicurezza” con un funzionario della polizia teso ad accertare i requisiti di affidabilità, riservatezza e l’ assenza di pregiudizi penali del candidato. Superato anche quest’ultimo vengono “prese” le impronte digitali del candidato (che verranno conservate in un apposito archivio) e prelevato un campione di saliva. Dopo il corso di addestramento i poliziotti prestano servizio per un periodo di 5 anni (i primi 2 sono in prova) che può essere rinnovato dal capo della Polizia per periodi successivi. Tra le Divisioni che compongono la polizia, una è davvero particolare: è la “Prosecution division”, ovvero quella che è chiamata a rappresentare i poliziotti nelle aule giudiziarie. I suoi rappresentanti sono presenti in 37 corti, incluse quelle per i minori, e anche in quelle distrettuali che si occupano dei processi relativi ai provvedimenti di rilascio in libertà e di opposizione agli arresti.

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La terra promessa

In Medio Oriente c’è una sottile striscia di terra affacciata sul Mar Mediterraneo: è lo Stato di Israele, crocevia tra Africa, Asia ed Europa. Fondato, secondo la tradizione ebraica, sulla Terra promessa è luogo d’incontro tra le tre maggiori religioni monoteiste che qui danno vita a un mosaico spirituale unico al mondo impreziosito da numerosi siti storici e luoghi sacri. Nonostante le tensioni e i conflitti combattuti la vocazione turistica del Paese rimane alta. Clima mite, montagne e lunghe spiagge assolate dove la concentrazione di luce è tra le più alte del mondo ne fanno una destinazione ricercata non solo per un turismo di tipo religioso. Qui è presente anche il punto più basso della Terra (400 metri sotto il livello del mare), il Mar Morto, famoso per il potere curativo delle sue acque. Anche le maggiori città, Tel Aviv e Gerusalemme, rispecchiano la profonda diversità tra le anime del Paese, metropoli tecnologica e ultramoderna la prima, città ricca di storia e dedalo di stradine strette e lastricate di pietra la seconda. A guidare questa democrazia parlamentare è il Presidente il cui ruolo è prevalentemente simbolico. La Knesset (Assemblea nazionale) rappresenta invece il potere legislativo e i suoi 120 membri sono eletti dal popolo ogni 4 anni. A capo del potere esecutivo il Primo ministro che è, di regola, il leader del partito maggioritario nella Knesset.

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Non solo a difesa delle frontiere

Si chiama Magav, Guardia di Frontiera israeliana, ed è un corpo militare di gendarmeria all’interno della polizia nato nel 1953. Pattugliare i confini e garantire sicurezza nelle zone rurali, questi i compiti principali ai quali assolvono le 6mila persone in esso impiegati che, da sempre, sono impegnate in prima linea anche nel contrasto al terrorismo. Nel 1974 all’interno del Magav fu creata un’apposita unità antiterrorismo specializzata nella liberazione degli ostaggi, la Yamam unit, alla cui nascita si accompagnò, negli anni successivi, quella di altre tre unità speciali: la Yamas ( unità antiterrorismo che opera sotto copertura), la Yamag (nuclei mobili di pronto intervento anticrimine) e la Matilan (con compiti di intelligence e raccolta informazioni). Il duro addestramento inizia con una selezione della durata di una settimana nella quale le caratteristiche fisiche, psicologiche e comportamentali degli aspiranti vengono messe a dura prova. Solo il 20% di coloro che “passano” le prime prove entrerà a far parte delle unità speciali al termine dell’addestramento annuale. Arti marziali, uso della lingua araba, maneggio di armi, tiro di precisione, guida veloce e sanità militare di emergenza queste alcune delle materie nel quale il candidato deve eccellere.

04/04/2016