Annalisa Bucchieri
Premio "Biagio Agnes" a Poliziamoderna
Il riconoscimento di una linea editoriale che ci ha condotto sulla stada giusta per essere al passo con i tempi
«Che ci faccio io qui?». Parafrasando il titolo di un famoso libro di Bruce Chatwin, questa è stata la prima domanda che si è posta la nostra redazione alla notizia che Poliziamoderna figurava nell’elenco dei vincitori del prestigioso premio giornalistico Biagio Agnes. Noi, nani tra giganti quali la testata del Corriere della Sera, il TGR, il direttore dell’Espresso, Luigi Vicinanza e il giornalista scrittore Antonio Di Bella, direttore di Rainews24, per citarne solo alcuni.
Dopo la prima reazione di stupore, è arrivata inevitabilmente la contentezza e la soddisfazione per il riconoscimento di una linea editoriale che ha comportato molti cambiamenti e molto impegno per tutti noi ma evidentemente ci ha condotto sulla strada giusta per essere al passo con i tempi. Non abbiamo voluto rimanere un “house organ”, cioè rimanere confinati in una comunicazione autoreferenziale, bensì rivolgerci a tutti i cittadini e aprirci al dialogo con gli altri attori della società civile che concorrono al bene primario della sicurezza. Pur continuando a investire nell’aggiornamento professionale degli addetti ai lavori (ogni anno molti inserti di Poliziamoderna sono trasformati in dispense didattiche per i frequentatori delle Scuole di polizia di tutta Italia) abbiamo ampliato sempre di più l’approfondimento giornalistico mantenendo vivo il racconto “umano” di poliziotti e poliziotte impegnati in attività extra, dai memorial alle mostre d’arte, dalle iniziative di solidarietà alle imprese sportive.
In ogni numero, a secondo di ciò che l’attualità richiede, raccontiamo i fenomeni criminali e illegali dal punto di vista di chi li combatte ogni giorno, gli operatori della Polizia di Stato. Sulle nostre pagine hanno trovato voce gli esperti del Dipartimento della pubblica sicurezza e quelli del territorio: fonte primaria di dati, analisi e notizie. Ecco perché i nostri speciali sugli incidenti stradali, sull’emergenza immigrazione, sulla violenza di genere, sulle droghe sintetiche, sul Jiad 2.0, per citarne alcuni tra i più recenti, sono stati ripresi dai media nazionali che ne hanno tratto spunto per i loro servizi. Per una rivista realizzata completamente in casa, da personale della Polizia di Stato e dell’amministrazione civile e che ha seguito con impegno un percorso di professionalizzazione nella comunicazione per affrontare tale delicato compito, questo è un grande riconoscimento. Fare bene e comunicare bene, si può... anche nel Pubblico.