Il valore delle donne
Per l’8 marzo quest’anno non voglio parlare di artiste, imprenditrici, intellettuali e scienziate che hanno raggiunto fama e successo nel nostro Paese. Sono qui a parlarvi di donne comuni, che ogni giorno sorreggono come colonne portanti la società italiana lavorando con impegno e con altrettanto impegno curando la famiglia, gli affetti e le relazioni sociali. Donne straordinariamente normali, straordinariamente di valore. Tra queste, tante vestono la divisa della Polizia di Stato che nel contributo che l’altra metà del cielo avrebbe potuto dare alla causa della legalità e della sicurezza ha creduto già nel 1960, quando, prima fra tutte le forze dell’ordine, creò al suo interno il Corpo femminile. Era un Corpo dedicato principalmente ai minori e al fenomeno dello sfruttamento della prostituzione. Poi nel 1981, con la Riforma, la svolta: alle donne si aprirono le stesse opportunità di carriera e di specializzazione nonchè pari trattamento economico. E loro non si sono lasciate sfuggire l’occasione. Silenziosamente, ma con caparbietà, hanno conquistato territori sulla carta diventati accessibili ma che tradizionalmente rimanevano maschili. Oggi le troviamo nel Nocs, tra i 35 sommozzatori del Cnes la Spezia, tra le unità antiterrorismo come a pilotare gli elicotteri o a gestire le centrali informatiche. Non sono dovute diventare “rambo” nè rinunciare alla famiglia. In un Paese dove il tasso di natalità è tra i più bassi d’Europa le poliziotte hanno in media un figlio a testa come i loro colleghi uomini. Nella Polizia di Stato hanno anche trovato la possibilita di crescere in carriera: oggi si contano il quintuplo delle dirigenti rispetto a dieci anni fa nonchè 4 questori.
Se l’Italia si mostra dai dati Censis 2015 un luogo dove persistono ancora grossi dislivelli occupazionali, allora la Polizia di Stato rappresenta un ambito di realizzazione lavorativa per le donne raro e prezioso. Se le leggi sanciscono le pari opportunità, è però attraverso un cambio di mentalità che trovano realizzazione concreta. Allora si può dire con orgoglio che anche le poliziotte italiane abbiano contribuito a questa rivoluzione culturale.
Ne parlerà in un convegno alla Camera dei Deputati, il capo della Polizia, Alessandro Pansa, che avrà modo di sottolineare anche il sempre maggiore investimento di risorse e formazione della Polizia di Stato a difesa delle donne, vittime di violenza domestica e atti persecutori. Sarà l’occasione per il prefetto Pansa di lanciare una campagna di sensibilizzazione che coinvolgerà il mondo del calcio. Tutti in, serie A e serie B, indosseranno in campo la t-shirt per dire “no” alla violenza sulle donne e “sì” al valore.