di Annalisa Bucchieri
Sport a perdere
Non più solo calcio e ippica nei cuori dell'azzardo nazionale. Il popolo degli scommettitori sportivi cresce ogni anno di più in Italia
Si punta sull’uscita dal campo di basket del pivot per il quinto fallo così come sulla vittoria di un singolo set di tennis. Non più solo calcio e ippica nei cuori (e nei portafogli) dell’azzardo nazionale. Il popolo degli scommettitori sportivi cresce ogni anno di più in Italia, sviluppando caratteristiche proprie. L’italiano, infatti è un giocatore irrazionale, non consulta statistiche e precedenti come i nordeuropei o gli asiatici, non ha alle spalle la tradizione dei bookmakers inglesi o cinesi, e spesso scommette perfino contro la propria squadra del cuore per scaramanzia. Nella crescita c’è lo zampino di Internet e smartphone che hanno reso possibile a chiunque, persino minorenni, scommettere giorno e notte su qualsiasi sport nelle sue infinite varianti e perfino su match che si svolgono dall’altro capo del mondo. Tutto questo rende, al contempo, quasi impossibile verificare la legalità delle puntate e difficile la perseguibilità di alcuni comportamenti illeciti trattati differentemente dai regolamenti della giustizia sportiva nei diversi Paesi del mondo.
Il mercato allargato, l’offerta potenziata, la possibilità di sfuggire ai controlli hanno iniziato a inquinare giorno dopo giorno lo svolgimento corretto delle partite, inoculando con la sirena di un facile e ingente guadagno, il virus della corruzione tra giocatori, allenatori, arbitri e dirigenti.
Non è un caso che a ridosso dello svolgimento del 6 Nazioni, il più antico torneo internazionale di Rugby, la Federazione italiana abbia voluto organizzare una serie di workshop formativi per gli atleti sul tema degli incontri combinati e delle scommesse clandestine. «L’integrità del nostro sport – ha dichiarato il presidente della Fir Alfredo Gavazzi – è alla base dei nostri valori istituzionali. Perciò abbiamo voluto garantire una corretta educazione dei nostri affiliati sul tema del match-fixing, in collaborazione con Sportradar, la maggior società di monitoraggio al mondo sul betting». Considerando che solo sull’ultima finale della Coppa del Mondo di Rugby sono stati giocati 20 milioni di euro, si può capire quanto anche una gara in cui il pallone non sia tondo faccia gola a gente senza scrupoli. Ecco perché in questo numero abbiamo sentito il responsabile Italia di Sportradar e gli investigatori del Servizio centrale operativo, in particolare gli esperti del Nucleo giochi e scommesse della Polizia di Stato, per farci spiegare come finora hanno scardinato le organizzazioni criminali di puntate illecite che hanno infettato atleti, giudici di gara, società di lustro. Perché lo sport è un valore sociale e va protetto. Via chi gioca sporco, fuori e dentro al campo.