Luigi Lucchetti*
Mezzo vuoto o mezzo pieno?
Le foto zenitali del Calendario 2016 sono un esempio di come cambiare il punto di vista sulla realtà possa essere l'occasione per acquisire maggiore consapevolezza
Le immagini del Calendario 2016, che propongono artisticamente – grazie alla passione, all’originalità e alla professionalità di un grande fotografo – dodici momenti della vita e dell’attività della Polizia di Stato da una prospettiva molto diversa da quella abituale, stimolano naturalmente una riflessione sull’importanza e la complessità dei “punti di vista” dai quali possiamo osservare il mondo, piccolo o grande che sia, in cui ciascuno di noi è quotidianamente immerso. Gli scatti presi dall’alto o dal basso ci mostrano scenari ben conosciuti e riconoscibili quando osservati normalmente “da terra”, ma quando guardati “dal cielo” o “dalla profondità”sembrano altra cosa, giungendo in alcuni casi a farsi riconoscere a malapena o a non essere riconosciuti affatto.
Questa reazione di sconcerto, mista alla sorpresa per la folgorante bellezza di “panorami” che normalmente banalizziamo in quanto vi siamo quotidianamente avvezzi, è stata anche la mia prima sensazione personale di fronte all’illustrazione fotografica di apertura relativa al mese di Gennaio. In quella che a prima vista mi è sembrata una scacchiera con tutti i “pezzi” ordinatamente schierati come all’inizio di una partita, non ho riconosciuto la caserma il cui cortile calco ogni giorno da quasi trentacinque anni e nel quale è stata colta la Banda musicale della Polizia di Stato mentre “accompagna” i movimenti dei reparti durante la parata che si è svolta a maggio in occasione dell’ultimo anniversario della fondazione del Corpo. Il significato di qualunque cosa o avvenimento dipende dal punto di vista da cui li osserviamo o dalla “cornice” entro la quale li percepiamo. Se cambia la cornice, se muta il punto di osservazione, cambia più o meno totalmente anche il significato, l’identità di ciò che stiamo osservando con gli occhi in senso proprio, o con gli “occhi della mente” in modo figurato. La psicologia si è da sempre occupata della percezione, di come sperimentiamo abitualmente il mondo in cui viviamo e ci muoviamo. Riteniamo ingenuamente questa attività mentale semplice e automatica, nel senso di credere che noi “vediamo” ciò che “c’è” intorno a noi, me