Andrea Formagnana*
Ai piedi delle Alpi
Biella è un importante polo industriale e un capoluogo tranquillo. Grazie anche all'attività preziosa ma discreta del questore e dei suoi uomini
“Biella tra ‘l monte e il verdeggiar de’ piani/ lieta guardante l’ubere convalle,/ch’armi ed aratri e a l’opera fumanti /camini ostenta”. Versi fuori tempo, fuori luogo, quelli che il Carducci scrisse sul finire dell’Ottocento per descrivere la città di Biella? Basta darsi un’occhiata attorno per avere la risposta. Il paesaggio che circonda la città non è poi tanto mutato da allora.
Biella sorge infatti all’estremo margine di pianura dove questa, improvvisa, si fa montagna. Biella è infatti città di montagna. Dal centro città, 420 metri sul livello del mare, si possono facilmente raggiungere, prima in auto, e poi con una funivia e una cabinovia, i 2.388 metri del monte Camino, la sua massima elevazione. E se ci si affaccia dalla balconata naturale della città alta, nucleo medievale che conserva ancora intatta l’atmosfera del passato, e si guarda in direzione della pianura alluvionale del torrente Cervo, si vede il degradare del monte nel verde piano, ancora coltivato, e sulle rive del torrente spiccare le fabbriche che tra ‘800 e ‘900 hanno fatto di Biella la Manchester d’Italia. Alcune, di queste fabbriche, sono arrivate attive ai giorni nostri, altre si sono trasformate in poli museali: su tutti il caso di “città dell’arte”, quartier generale del maestro Michelangelo Pistoletto, mentre altre sono oggi fucina del futuro. Al loro interno, giovani, anche provenienti da fuori provincia, vengono assistiti e accompagnati nello sviluppo di idee e progetti. Sono questi gli startupper biellesi.
Una città su tre livelli, Biella. Si parte dal torrente, il Cervo, che le diede l’energia per la sua rivoluzione industriale, e dove sorgono gli insediamenti produttivi. Attraverso una rampa cubettata, costeggiata da un imponente muraglione, si sale al piano. In epoca tardo-romana è nato il primo nucleo di quella che sarebbe diventata prima Bugella e poi Biella, e qui si è espansa la città moderna e contemporanea. Con la panoramica funicolare si sale infine alla città alta, il Piazzo. Nel medioevo i principi vescovi di Vercelli, all’epoca feudatari, si fecero costruire il loro palazzo. Non essendo amati dai biellesi, li temevano. Più sicuro e difendibile doveva apparire ai loro occhi questo luogo. Nonostante tutto il palazzo fu espugnato e Biella ottenne la sua agognata autonomia. Attorno a quell’insediamento sorsero, nel tempo, i palazzi dei notabili. Recentemente, la fondazione Cassa di risparmio di Biella ha restaurato il complesso di palazzo Gromo Losa, caratterizzato da splendidi giardini. Ed è in questa cornice che a maggio si è celebrata la festa della Polizia. Il questore Salvatore Arena ha salutato la città cedendo il testimone al questore Salvatore Perrone, sino a quel momento a capo del compartimento della Polfer Piemonte.
Arena ha lasciato, dopo due anni e mezzo, una città che i numeri dei primi mesi del 2015 indicano essere più sicura. Da maggio 2014 ad a