di Luigi Lucchetti*
La menzogna nostro pane quotidiano
Molto più frequente di quanto si possa pensare, l'abitudine a dire bugie è una strategia di sopravvivenza utilizzata da tutti
Tra le stranezze che un extraterrestre, appena sbarcato sul nostro pianeta, rileverebbe molto presto ci sarebbe certamente il fatto che i bipedi umani passano circa l’80% del loro tempo in silenzio, e il 50% di quello che trascorrono parlando a dirsi bugie più o meno innocenti, sia in contesti di reciproca estraneità che nell’ambito delle relazioni intime. Perché l’homo erectus e loquens mente? Le ricerche più recenti si orientano a ritenere che la menzogna rappresenta una strategia essenziale per la sopravvivenza di numerose specie animali, uomo compreso, assumendo le più varie forme: dal camuffamento e mimetismo messo in campo nella eterna lotta fra prede e predatori in cui il più debole riesce a sopravvivere solo con l’astuzia ingannando l’aggressore, alla menzogna “tattica” degli scimpanzè nella competizione tra loro per il cibo, fino ad arrivare agli inganni più subdoli, pianificati da alcuni esseri umani, spesso per scopi criminali. Emblematica al riguardo è la figura mitica di Ulisse con i suoi raggiri esemplari nei confronti del gigante Polifemo per salvare sé ed i suoi compagni, e gli astuti stratagemmi orditi a danno dei Proci una volta giunto ad Itaca per recuperare regno e consorte. Si fa comunemente molta confusione tra i termini menzogna, finzione, segreto ed errore. La menzogna non è una finzione in quanto la prima rimanda al c
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