Emanuela Francia e Susanna Carraro
Sulla strada giusta
SVEZIA
Ogni anno, gli incidenti stradali uccidono più persone di ebola, malaria e terroristi; più di tutti i conflitti e le guerre civili messi insieme e ogni giorno sulle strade del mondo è un 11 settembre. Secondo l’Oms, tra 15 anni il numero dei morti per incidenti stradali toccherà gli 1,8 milioni l’anno. C’è un Paese, però, che sembra aver preso la strada giusta: la Svezia, che con la sua strategia Vision Zero, vuole portare a 0 le morti per incidente entro il 2050. Il segreto? Non fare affidamento sulla ragionevolezza dell’essere umano o sull’educazione, ma ideare un sistema stradale ‘a prova d’idiota’, puntando innanzitutto sull’architettura del sistema. Una città può dirsi sicura quando i bambini non entrano mai in conflitto con il sistema stradale, grazie alle barriere. Un ruolo importante lo giocano le rotatorie: è vero che si verificano più incidenti che ai semafori, ma la velocità è molto più bassa e l’energia che il corpo umano deve assorbire nell’impatto non uccide. Molte delle strade secondarie della Svezia sono poi equipaggiate con una barriera centrale, come le autostrade: 90% in meno di decessi. E poi, autovelox dappertutto con una frequenza di gran lunga superiore a qualsiasi altro Paese. Chi supera di 15 km/h il limite previsto è sanzionato con 300€ di contravvenzione; se lo supera di oltre 30 km/h si vede ritirare la patente e sequestrare l’auto. Non tutti gli autovelox sono in funzione in tutte le ore del giorno, ma gli automobilisti no