Annalisa Bucchieri

Polizia si Stato @ Giffoni

CONDIVIDI

Chiudete gli occhi e immaginatevi una cittadella popolata unicamente da 3.500 bambini, ragazzi e giovani, dai 5 ai 25 anni, nella quale un adulto entra solo se espressamente invitato. Vedete solo un caos magmatico di ormoni e vitamine impazzite? Vi sbagliate, questo è il Giffoni film festival (GFF), una Mostra del cinema di Venezia in versione junior, dove film di tutto il mondo (in lingua originale, sottotitolati in italiano) e star nazionali e internazionali vengono ospitati, visti e votati da giurie composte solo da giovani e giovanissimi. Organizzato e gestito da loro stessi come un orologio ma con le lancette che girano a mille grazie all’energia adrenalinica tipica dell’età più fresca. Ora sempre ad occhi chiusi figuratevi i poliziotti e le poliziotte della Stradale, della Ferroviaria, dei Cinofili, della Postale che girano per il GFF dialogando, giocando, interagendo con i ragazzi. Non è una visione idilliaca – è la novità straordinaria accaduta in questa edizione 2015, la 45esima, nel piccolo paesino salernitano. La Polizia di Stato per la prima volta è stata invitata a spiegare ai ragazzi il valore ineguagliabile della loro identità sul web come della sicurezza per strada, i pericoli della distrazione vicino a un passaggio a livello come l’incredibile aiuto che può arrivare da agente a quattro zampe. Un’occasione unica poter parlare con più di tremila giovani che neanche Poliziamoderna ha voluto lasciarsi scappare.
Nello spirito di GFF abbiamo formato una succursale della redazione scegliendo tre ventenni giurati del Festival. E loro hanno lavorato per noi spedendo quotidianamente articoli e foto (pubblicati sul sito www.poliziadistato.it) sia su film attinenti i temi cari alla rivista che su registi e attori di spessore, e documentando come veri e propri “inviati” le attività di prevenzione della Polizia di Stato durante la kermesse. Inoltre hanno raccontato la presentazione del libro C’era un ragazzo che come me, fatta davanti ad una platea di studenti giffoniani, molti dei quali lavoreranno per trarne dei cortometraggi. Insomma un lungo reportage di 10 giorni realizzato dal punto di vista dei giovani.
è stata un’esperienza emozionante seguirli assiduamente ma a distanza, senza mai essere invadenti per evitare di condizionarli o assisterli paternalisticamente. Loro ci hanno ripagato con la moneta più preziosa: la riconoscenza per aver imparato nuovi elementi sul giornalismo e sulla Polizia di Stato. E la proposta di realizzare qualcosa in più per GFF2016. 

01/08/2015