di Luigi Lucchetti*

Cervelli rispecchianti

CONDIVIDI

È l'empatia con i propri collaboratori a rendere un capo un vero leader e a garantire un lavoro di squadra. A dirlo una ricerca internazionale partita dall'università di Parma

Cervelli rispecchianti

Siamo all’inizio degli anni Novanta in una vecchia palazzina dell’Università di Parma, dove il gruppo del professore Giacomo Rizzolatti, neurofisiologo, è impegnato a condurre esperimenti nell’ambito di un progetto di ricerca internazionale chiamato Human Frontier, generosamente finanziato con fondi giapponesi. Sono in corso esperienze sul sistema motorio delle scimmie concentrate sullo studio dei movimenti delle mani e della bocca. Viene utilizzata un’apparecchiatura per dare da mangiare agli animali e, contemporaneamente, registrare l’attivazione dei neuroni nella specifica area del cervello deputata alla pianificazione e all’esecuzione dei movimenti effettuati quando la scimmia prende il cibo e lo porta alla bocca. Mentre uno dei ricercatori sta rifornendo di alimenti la “macchinetta”, viene osservato che i neuroni da cui si sta rilevando il segnale già “sparano”, come se la scimmia, che in quel momento è ferma e sta solo osservando i movimenti della persona, stesse già manipolando il cibo. Da questa osservazione apparentemente banale, ripetuta e controllata, nasce la scoperta, tutta italiana, dei cosiddetti “neuroni specchio”, cellule nervose specializzate che si attivan

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

01/06/2015