di Emanuela Francia

Dal Dna al volto

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Dal Dna al volto

Usa
È la nuova frontiera del Dna ovvero la possibilità di ‘interrogare’ una minuscola traccia di fluido o tessuto corporeo, invisibile a occhio nudo, per ottenere informazioni sulle caratteristiche fisiche di una persona. Si tratta della fenotipizzazione del Dna, un nuovo strumento investigativo utile in assenza della descrizione di un testimone oculare o di un indagato. Diversa dall’impronta genetica o test del Dna, che consente di comparare frammenti di Dna ritrovati sulla scena di un crimine con quelli di una persona per verificare se questa fosse presente sul luogo delitto, la fenotipizzazione del Dna parte da alcune variazioni genetiche per descrivere un individuo: una tecnica ancora in fasce che, per ora, consente di stabilire il colore degli occhi, della pelle e dei capelli e l’appartenenza a un gruppo etnico. La ricerca, però, continua perché la sfida è risalire alla forma del viso e all’età di un individuo. A utilizzare questo strumento, soprattutto per i cold case, sono due forze di polizia americane, il Columbia Police Department negli Usa e il Toronto Police Service in Canada, con il solo obiettivo di escludere o meno un indagato dalle indagini. Stacy Gallant della omicidi di Toronto ci tiene a sottolineare che se una persona individuata con questa tecnica arriva al processo, si dovrà comunque procedere al test del Dna convenzionale per dimostrare che era presente sulla scena del crimine. Due aziende impegnate nella f

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01/06/2015