di Leonardo Lodato*
Ragusa, città iblea
Il capoluogo sul Mediterraneo, fucina del Barocco e patria di grandi chef, è ricco di spiagge incontaminate testimoni anche di sbarchi di migranti. Grazie all'impegno del questore e dei suoi uomini è uno dei comuni più sicuri d'Italia
Prendete un bambino di 6, 7 anni. Carino, educato. Bravo a scuola ma con poca voglia di alzarsi presto la mattina. Quale miglior deterrente, da parte della mamma, se non quello di dirgli, ogni mattina, che «se non ti alzi ti viene a prendere la polizia e ti porta a scuola…». Prendete ancora quel fanciullo, appassionato collezionista di modellini d’auto in scala 1:43, che coccola amorevolmente le sue Alfa Romeo “Giulia” verde Polizia il quale, all’improvviso, in una giornata di beata vacanza, si ritrova con papà, mamma e fratello maggiore, in un autogrill dell’autostrada del Sole. Arriva l’auto della polizia stradale e un poliziotto chiede al bimbo sorridendo: «Ti piacerebbe fare un giro su questa macchina?». «Sì, grazie», risponde con un fil di voce. Si accomoda e con le braccia rigide, a tenerlo quasi alto sul sedile, rovinando in parte quell’esperienza, pensa: «E se quest’agente mi porta a scuola?!». Il giro termina. Il bimbo alla fine riabbraccia mamma e papà.
Da quell’episodio sono trascorsi più di quarant’anni. E oggi, quel bambino, si ritrova alle prese con le forze dell’ordine per motivi di lavoro. Un giornalista che, giorno dopo giorno, lavora a stretto contatto con le istituzioni, con gli agenti delle Volanti, della Squadra mobile e della Polstrada. Comincia da “biondino”, così si chiamavano, una volta, gli aspiranti giornalisti in cerca di notizie. E oggi, lavora in uno dei posti più affascinanti della nostra bella Penisola, quella provincia iblea, scrigno di gioielli barocchi, fucina di artisti e di grandi chef, resa ancor più celebre dalle avventure televisive, guarda caso, di un poliziotto: il commissario Montalbano.
Una terra bella, assolata, geograficamente (e, a volte, anche mentalmente) distante da tutto e da tutti, ma capace di regalare ai milioni di turisti che la frequentano, emozioni fatte di chilometri di spiagge incontaminate. Quelle stesse spiagge che, in parte, accolgono anche il flusso dei migranti provenienti dai Paesi nordafricani. Storie di disperazione e di speranza, sguardi proiettati verso un futuro incerto, grida d’allarme spesso intercettate da chi, ogni giorno, ha a che fare con questi esseri umani.
I contrasti, da queste parti, sono forti e non lasciano scampo