Annalisa Bucchieri
È sbocciato un fiore di carta
Ecco il volume dei racconti vincitori del 4° concorso Narratori in divisa. Gli introiti andranno al Piano Marco Valerio
Con una veste grafica intonata alla primavera, finalmente è arrivato il volume che raccoglie gli undici racconti vincitori del concorso Narratori in divisa dal titolo C’era un ragazzo che come me… indetto dalla nostra rivista. Fu un azzardo quello che facemmo in redazione a Poliziamoderna: scegliere come tema della 4^ edizione del nostro concorso il rapporto tra Polizia e universo giovanile e aprire oltre alla collaudata categoria dei poliziotti con un racconto nel cassetto, una sezione juniores, per i ragazzi sotto i 21 anni. Visto il leitmotiv era sembrata una conseguenza quasi naturale stimolare il confronto tra poliziotti e studenti su un terreno insolito, il racconto. Il rischio era di ricevere una pletora di racconti retorici dove tutto si ricompone nel migliore dei modi. Certamente qualcuno dei racconti porta il classico finale “e vissero felice e contenti”, ma la maggior parte delle storie che ci sono pervenute (quasi trecento per sezione e da tutte le parti d’Italia), narra di scontri generazionali, di incomprensioni tra genitori (poliziotti) e i loro figli, di difficoltà a trovare un linguaggio comune per dialogare, di responsabilità individuali dietro gli alibi sociali.
Sono storie che portano lacerazioni, dove non tutti si salvano da un destino sfortunato o da errori fatali, né tra i poliziotti né tra i ragazzi. Però la scrittura lavora come un unguento sulle ferite e le rimargina lasciando le cicatrici a vista perché passandoci sopra con le dita ci possiamo ricordare di ciò che è stato. Di questa scrittura curativa ma non anestetica né estetica sono fatti i racconti premiati in due momenti, al Salone di Torino 2014 da una giuria popolare junior, e alla Scuola superiore di polizia di Roma dalla giuria ufficiale, e che abbiamo raccolto in questo libro.
Ad aprire il volume la presentazione del capo della Polizia Alessandro Pansa che sottolinea come tra le tante abilità professionali dei suoi poliziotti ci sia anche quella della scrittura che nasce dalla capacità di comprendere i propri simili e il lato umanissimo di ogni situazione aldilà dell’aiuto di qualsiasi strumento tecnologico e di laboratorio.
L’invito ai giovani di esprimere liberamente il rapporto con la divisa è risultato un momento di apertura importante anche per il Miur che, come scrive Giovanna Boda, responsabile del Dipartimento delle politiche dello studente, riconosce in operazioni come queste un modo nuovo di fare educazione della legalità e di rendere la scuola strumento di raccordo tra istituzioni e territorio. Non poteva mancare un contributo del presidente di Giuria, lo scrittore Niccolò Ammaniti, enfant terrible della letteratura italiana che conserva una sensibilità lucida per i disagi, le ribellioni, le incompiutezze di adolescenti e ragazzi.
Perdonateci ma questa volta il libro del concorso è a pagamento: 5 euro. Tutti gli introiti che ne deriveranno saranno devoluti al Piano Marco Valerio, per le cure delle malattie pediatriche croniche e gravi dei figli dei poliziotti e delle poliziotte. Sono ormai quattro anni che Poliziamoderna, tramite il suo editore, il Fondo assistenza per il personale della Polizia di Stato, è direttamente collegato attraverso i contributi degli abbonamenti a questo importante Piano. Ci è sembrato bello chiudere il cerchio: partire dall’esplorare il mondo giovanile per poi arrivare a sostenerlo nei momenti più difficili. Perché la lettura può avere molteplici sensi e valori... oggi ne ha uno in più.