mons. Giuseppe Ghiberti*

Il cammino del santo Sudario

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La sacra Sindone e le tappe storiche che ne hanno marcato il percorso

Il cammino del santo Sudario

La storia più antica della Sindone è legata a un fatto assai incerto: a data della sua origine. Il referto dell’analisi del C14 presente nel tessuto sindonico, reso pubblico il 13 ottobre 1988, pone la datazione fra il 1260 e il 1390: se esso è attendibile, la storia della Sindone coincide con il suo periodo europeo conosciuto; in caso contrario, diviene lecito risalire a un’origine precedente a quell’epoca. Nel 1353 a Lirey, nella diocesi di Troyes in Francia, veniva terminata una chiesa, fatta costruire in onore dell’Annunciazione di Maria da Geoffroy de Charny, che vi collocò la Sindone, affidandola ai canonici della chiesa. La Sindone diviene subito oggetto di venerazione, con grande concorso di popolo. La cosa non fu esente da polemiche, che durarono per decenni, coinvolgendo il mondo delle autorità, dal vescovo Pierre d’Arcy al re Carlo VI, all’antipapa Clemente VII. Iniziate con l’accusa di falsa reliquia, terminarono con la conferma della concessione di ostensione, pur con alcune cautele. Da allora è possibile seguire senza interruzioni le vicende di quel telo: nel 1418 la Sindone viene ritirata dalla chiesa di Lirey dall’ultima Charny, Margherita, moglie di Humbert de La Roche, la quale nel 1453 la cedette a Lodovico di Savoia. I Savoia la conservarono come reliquia preziosa e la portarono con sé nei loro spostamenti, finché nel 1502 la collocarono nella cappella del loro palazzo ducale a Chambéry, dove ricevette dal Papa Giulio II (1503-1513), nel 1506, una liturgia propria (festa il 4 maggio) e dove subì il disastroso incendio del 4 dicembre 1532, i cui danni sul tessuto furono riparati con cura dalle clarisse di Chambéry

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01/03/2015