Chiara Distratis
La forza delle donne
Visto con diffidenza agli inizi, oggi il "gentil sesso" è parte integrante e importante della Polizia di Stato tanto da essere arrivato con merito a ricoprire anche cariche di vertice
È trascorso più di mezzo secolo (55 anni per la precisione) da quel lontano 7 dicembre 1959. L’Italia della Dolce vita e del boom economico correva come un treno verso il futuro e anche la Polizia volle salire su quel treno in corsa con un provvedimento che segnò una vera e propria rivoluzione copernicana all’interno delle forze dell’ordine: la promulgazione della legge n. 1083 con la quale veniva istituito il Corpo di polizia femminile. Per la prima volta in un Paese ancora profondamente legato alla tradizione patriarcale, dove l’adulterio era punito solo se commesso dalle donne e il codice prevedeva il delitto d’onore, veniva inserito, all’interno di alcuni uffici di polizia, personale femminile che si occupasse dei reati commessi o subiti da donne e minori. All’inizio le poliziotte erano solo poche decine e soprattutto potevano operare in ambiti ristretti, oggi (come si legge nei dati forniti dalla Direzione centrale per le risorse umane) sono circa 13.500 (15.000 compresi gli appartenenti ai ruoli tecnici) e rappresentano oltre il 14% del personale della Polizia di Stato. Come si può vedere dal grafico a pagina 12 sono ormai proporzionalmente distribuite in tutte le regioni italiane e per quanto riguarda l’attività svolta (tabella pag. 13) il gentil sesso è presente in tutti i reparti e le specialità. Dopo il tabù del Reparto mobile, aperto da qualche anno alle donne, è caduto anche l’ultimo “santuario” della polizia al maschile, quello del Nocs (Nucleo operativo centrale di sicurezza) che ha già da un anno un vicecomandante donna, con il superamento del concorso e la partenza per il corso basico della prima poliziotta. Osservando la divisione per qualifiche (tabella pag. 13) salta subito all’occhio come la “forbice” tra uomini e donne, molto ampia nei ruoli degli agenti e dei sovrintendenti si assottiglia sensibilmente man mano che si sale la scala gerarchica: a fronte di 1.325 commissari ci sono 741 “commissarie”. Il divario, poi, è quasi inesistente per quanto riguarda i ruoli dei sanitari: se i medici uomini sono 192, le “dottoresse” sono ben 134. La scalata al vertice da parte delle donn
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