Emanuela Francia e Susanna Carraro

Identikit genetico

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Identikit genetico

FRANCIA
Sesso: maschile – occhi: marroni tendenzialmente scuri – pelle: chiara tendenzialmente opaca – capelli: castani o bruno/neri tendenzialmente scuri. Questa descrizione schematica è un documento unico, che rimarrà nella storia della criminologia francese come il primo “identikit genetico” realizzato nell’ambito di un’indagine: si tratta di un uomo sospettato di una serie di stupri, che ha sconvolto la città di Lione fra l’ottobre 2012 e il gennaio 2014. Questa tecnica – già utilizzata nei Paesi Bassi e in Spagna e che consiste nell’estrarre informazioni da una traccia genetica sull’aspetto di un individuo sospetto ma sconosciuto – sino a oggi era vietata in Francia: era autorizzato soltanto il raffronto tra una lista di 18 segmenti di Dna definiti dalla legge  e i profili inseriti nello Schedario nazionale automatizzato delle impronte genetiche (Fnaeg). A parte il sesso, eccezione tollerata dal legislatore, l’analisi dei 18 segmenti non forniva informazioni sulla morfologia dell’individuo e gli eventuali dati concernenti l’aspetto, o informazioni legate alla storia personale, restavano strettamente riservati al campo medico e quindi non utilizzabili ai fini investigativi. Ma tutto ciò sembra ormai appartenere al passato. Lo scorso giugno, infatti, la Corte di Cassazione francese ha stabilito che l’utilizzo dell’identikit genetico richiesto da un giudice lionese

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01/02/2015