don Andrea Marcoz*

La chiesetta di Saint Barthelemy

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La regione più piccola d’Italia, ai confini con Francia e Svizzera, è dominata dalle montagne più alte d’Europa che la rendono suggestiva meta di tanti turisti sia d’inverno sia d’estate. La montagna, da sempre (e nella Bibbia vi sono diverse sottolineature a questo riguardo) è il luogo dove gli uomini situavano la sede delle divinità e in modo particolare di Dio. È anche per questo che i segni religiosi si sprecano nelle nostre vallate e sulle nostre montagne: sua maestà il Cervino, con i suoi 4.478 metri di altezza, è sormontato da una croce, alla quale, chi arriva in vetta, si appoggia per la foto che comprovi l’impresa alpinistica. Il Gran Paradiso, l’unico 4mila metri totalmente italiano, ha sulla sua cima una Madonnina che accoglie chi sale fin lassù e con il suo sguardo protegge tutta la zona sottostante. A dominare la valle centrale, sopra gli abitati di Chatillon e St. Vincent, gli alpini, tornati incolumi dalla Grande Guerra, hanno posto a ringraziamento una statua della Madonna chiamata Regina della pace. I segni religiosi sui monti non servono solo a proteggere valligiani e turisti, ma sono posti a ricordare la nostra dimensione spirituale e la necessità di rimanere aperti all’altro e all’oltre. Non era semplicemente un cristianizzare i luoghi che già i pagani ritenevano sacri, ma era l’invito a elevare lo sguardo dalle proprie piccole cos

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01/12/2014