Mauro Valeri

Grafica e tecnologia

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Pronti una nuova livrea e un nuovo sistema di bordo per le autovetture adibite ai servizi di controllo del territorio

Grafica e tecnologia

Una sottile linea tricolore attraversa ora la fiancata delle Lancia Delta dei Reparti prevenzione crimine che si accompagna a un nuovo logo ”113” (nuovo anche quello dei Reparti prevenzione crimine) e a una diversa scritta “Polizia”.
Queste alcune delle novità presentate dal capo della Polizia Alessandro Pansa presso la Scuola superiore di polizia nella mattinata del 19 novembre. Rinnovamento grafico che procede di pari passo a quello tecnologico. Infatti, grazie anche al finanziamento dei fondi del Programma operativo nazionale obiettivo sicurezza 2007-2013, che interessa le regioni Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, 700 vetture utilizzate nei servizi di controllo del territorio da questure, commissariati e dai Reparti prevenzione crimine, sono state predisposte per l’utilizzo di Mercurio, un nuovo sistema di bordo, già utilizzato in condizioni di piena operatività a Bari. L’obiettivo principale è duplice: da un lato rendere più efficace e incisiva l’attività di prevenzione e pronto intervento, dall’altro elevare le condizioni di sicurezza degli operatori impiegati in strada. Mercurio sarà infatti un prezioso alleato che permetterà autonomamente alla pattuglia di effettuare, utilizzando il terminale di bordo, gli accertamenti su persone e veicoli presso gli archivi informatici, controlli che prima dovevano essere richiesti dall’operatore alla Sala operativa determinando, nel caso di numerose richieste rivolte contemporaneamente da parte delle diverse pattuglie, dei fastidiosi tempi di attesa per i soggetti controllati. L’equipaggio avrà a disposizione un “kit” multimediale con il quale redigere e stampare sul posto atti e documenti per il cittadino che non dovrà più recarsi presso gli uffici di polizia per ricevere notifiche o firmare verbali.
Nell’attività di perlustrazione potrà essere utilizzata la modalità di controllo automatizzato delle targhe dei veicoli posti in prossimità della pattuglia alla ricerca di quelli rubati o sospetti. Qualora ne venga rinvenuto uno si attiva un segnale sonoro di allarme che permette all’operatore di procedere prontamente al controllo del veicolo inquadrato pochi secondi prima dalla telecamera di bordo.
La Sala operativa rimarrà comunque di fondamentale importanza per coordinare gli interventi delle pattuglie e il nuovo sistema permetterà di rimanere in ascolto radio anche nelle zone non coperte dal segnale, ma nell’eventualità la pattuglia perdesse il contatto con la sala, questa potrà sempre rilevarne la posizione e attivare la funzione di ascolto e ripresa video, avvertendo gli operatori con segnalazioni acustiche e visive, per verificare cosa stia accadendo. Potranno essere inoltre condivisi immagini e filmati ripresi con la telecamera di bordo elevando significativamente il livello di operatività. Il dispositivo sarà della massima utilità nella diffusione tra le pattuglie, in tempo reale, della fotografia di un soggetto da ricercare. Oppure di quelle di una vettura di cui si è all’inseguimento che potranno così essere integrate dalla Sala operativa con le indicazioni sulla posizione e sulla direzione nella quale la stessa sta procedendo per allertare le pattuglie in zona. Sarà prossimamente realizzata anche la fornitura di 500 parti mobili del sistema Mercurio che permetteranno di utilizzare il dispositivo di bordo anche in attività svolte fuori dall’abitacolo (con la sola esclusione di quelle che richiedono la telecamera di bordo) come i sopralluoghi, i controlli amministrativi in esercizi pubblici e quelle di primo intervento sul luogo del reato a contatto con le vittime. Tutti i filmati, le foto, le targhe e i dati memorizzati sul sistema Mercurio saranno registrati su un’unica unità centralizzata che potrà essere interrogata, da utenti specificatamente autorizzati, per finalità investigative. Il futuro è già cominciato.

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I Reparti Prevenzione Crimine
di Maurizio Vallone*

I Reparti prevenzione crimine della Polizia di Stato nascono nella seconda metà degli Anni ’90, allorquando maturò la consapevolezza di poter disporre di una “forza di intervento” rapida, elastica e duttile, da poter inviare su tutto il territorio nazionale nei teatri operativi di maggior interesse. Essi, da sempre, costituiscono una risorsa strategica aggiuntiva rispetto ai dispositivi locali di prevenzione e controllo del territorio, per rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni criminali che destano il maggior allarme sociale. Il personale dei Reparti, come detto, non presta la propria attività in un ambito territoriale specifico, ma è addestrato e pronto per operare su tutto il territorio nazionale. Oggi, gli uomini e le donne dei Reparti prevenzione crimine sono circa 1.800 e vengono impiegati a supporto dei piani anticrimine delle diverse questure con metodologie di intervento ispirate a criteri di razionalità ed efficienza; il loro impiego operativo, infatti, viene modulato all’interno di specifici “tavoli tecnici” istituiti all’interno delle diverse questure, nei quali vengono definiti interventi coordinati con le varie componenti territoriali (Volanti, Squadre mobili, Polizia amministrativa e dell’immigrazione) oltre che con le altre forze di polizia e con le polizie locali. Proprio per la loro peculiarità di impiego, i Reparti prevenzione crimine dipendono direttamente dal “Centro”; il loro impiego, infatti, è disposto dal Servizio controllo del territorio della Direzione centrale anticrimine, che ne pianifica le attività in relazione alle esigenze di volta in volta rappresentate dalle questure, sulla base delle indicazioni di vertice del capo della Polizia e del ministro dell’Interno.
Per garantire la loro polivalente attività, gli uomini e le donne dei Reparti prevenzione crimine sono sottoposti a una costante formazione professionale presso la Scuola per il controllo del territorio di Pescara, dove vengono realizzati corsi specialistici teorico-pratici all’avanguardia. Oltre alla formazione “tradizionale”, il personale viene guidato attraverso un percorso addestrativo moderno, sia con l’approfondimento delle tecniche operative più attuali, sia con l’acquisizione di nozioni di anatomia e di psicologia finalizzate all’approccio operativo “in sicurezza” verso soggetti in stato di alterazione psico-fisica. L’elevato livello formativo consente a tutto il personale di intervenire nei teatri operativi più variegati e negli ambiti più diversificati, dal controllo del territorio alla polizia giudiziaria, dalla polizia amministrativa fino agli interventi per le gravi calamità naturali quali eventi sismici e fenomeni alluvionali, in cui è necessario fornire, oltre a una prima assistenza di soccorso pubblico, anche un adeguato supporto in attività di “antisciacallaggio”. La capillare ramificazione sul territorio nazionale dei Reparti prevenzione crimine, attualmente 20, e la standardizzazione delle procedure/tecniche operative da essi assunte a fondamento della propria operatività, consentono loro di esprimere un livello di efficacia ed efficienza che rendono tale Reparto unico nel panorama europeo delle forze di polizia.
I Reparti vengono anche impiegati in servizi straordinari di controllo intergrato del territorio, in cui sono impegnati in maniera massiva all’interno di piani coordinati con le altre forze di polizia, per fronteggiare situazioni di criminalità, sia comune che organizzata, particolarmente significative.
Principali piani di azione 2014
Nel corso del 2014 i Reparti prevenzione crimine stanno fornendo il loro contributo alle attività di controllo straordinario del territorio dell’intera Penisola, sia su richiesta delle singole questure che su iniziativa del Dipartimento della ps in servizi straordinari di controllo intergrato del territorio. Significativi servizi vengono realizzati in Sicilia e in Calabria, ove, per favorire un maggior controllo integrato del territorio in sinergia con le altre forze di polizia, sono in corso, con il coordinamento della Direzione centrale della polizia criminale, i piani di rinforzo rispettivamente denominati “Trinacria” e “Focus N’drangheta”, a cui stanno partecipando consistenti aliquote dei Reparti prevenzione crimine, anche provenienti da altre regioni. È stato, altresì, confermato il potenziamento del dispositivo di controllo straordinario del territorio nelle città di Napoli e Caserta, nonché nelle provincie di Bari e Foggia, aree interessate da forme di criminalità assai radicate che è possibile contrastare anche attraverso l’elevato livello di specializzazione degli operatori dei Reparti nel settore della prevenzione. Particolarmente importante è stato, altresì, il servizio reso nel periodo estivo, in cui il personale ha operato in zone turistiche particolarmente affollate per garantire la sicurezza dei cittadini italiani e stranieri.
Nel 2014 i risultati conseguiti dagli uomini e dalle donne dei Reparti prevenzione crimine sono stati più che positivi e in netta crescita rispetto all’anno precedente; quasi 1.000 arresti, più di 2.600 denunce, quasi mezzo milione di persone controllate.

*dirigente superiore della Polizia di Stato, direttore del Servizio controllo territorio

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Non solo arresti
L’attività dei Reparti prevenzione crimine non è fatta solo di arresti e sequestri ma anche da tanti episodi di vicinanza e di concreto aiuto alla popolazione. Come quello accaduto in occasione della recente alluvione che ha colpito Genova nella notte tra il 9 e 10 ottobre scorso quando Annalisa, una signora genovese di 40 anni, si trovava a percorrere via Cesarea e l’onda d’acqua l’ aveva travolta sbalzandola via come un fuscello. Sola, con la paura di non farcela, ha urlato con tutto il fiato che aveva in corpo sperando che qualcuno, angelo o uomo che fosse, la salvasse. Ad aiutarla un uomo vestito di blu che l’ha afferrata e portata a braccia al sicuro, lontano dalla furia del mostro d’acqua. Quell’uomo aveva vicino a sé altri uomini che indossavano la sua stessa divisa. Era un poliziotto. La voglia di ringraziarlo era tanta ma come poteva dare un nome a quel viso? Si ricordò allora che lo aveva sentito chiamare Andrea dai suoi colleghi. Prese quindi carta e penna e scrisse alla questura di Genova. Cominciarono le ricerche, neanche semplici in realtà, poiché il numero degli interventi di soccorso durante quella terribile notte era stato davvero elevato. Dalla zona e dall’orario del soccorso però cominciò a delinearsi chi potessero essere stati i poliziotti intervenuti. Era una pattuglia del Reparto prevenzione crimine di Genova, la “Liguria 7”, e quell’Andrea era l’agente scelto Andrea Ciarfera. E il desiderio di Annalisa di ringraziare il suo ”angelo”, e i colleghi con lui intervenuti, si è realizzato davanti al questore, Vincenzo Montemagno.
Mauro Valeri

01/12/2014