Giulio Geluardi*

La riviera d'Italia

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Terra di palme, fiori e olive taggiasche ma anche luogo di transito della criminalità, Imperia ha puntato tutto sul rapporto tra territorio e cittadini

La riviera d�Italia

Quando, su suggerimento di Benito Mussolini, il re Vittorio Emanuele III, con mano fiduciosa, il 21 ottobre 1923, firmò il decreto di unificazione delle due cittadine di Oneglia e Porto Maurizio, insieme con una manciata di frazioni minori, probabilmente non immaginava che con quel semplice tratto di penna, avrebbe definitivamente rafforzato l’immagine di una delle province più belle e ambite d’Italia. Un territorio aspro e al tempo stesso dolce, amabile per il suo clima e i suoi colori, stretto fra il verde estivo e il bianco invernale delle Alpi e il Mar Mediterraneo, dalle tonalità azzurre e blu dove vivono balene e delfini. Una terra dai confini lunghi e difficili fatto di passi e valichi a Nord con il Piemonte. E a Ovest, con la magica Costa Azzurra, sulla stessa strada che percorsero i Romani alla conquista della Gallia, la via Aurelia. E, infine, a Est con la provincia di Savona, ponte imprescindibile per congiungersi con Genova “la Superba”. Ma l’Imperiese è molto di più: colline coperte da immense distese di oliveti secolari da dove si ricava olio pregiatissimo, la qualità taggiasca; montagne alte duemila metri dove si può praticare ogni sport invernale; boschi formati da antichi castagneti e fitte abetaie abitate da animali come il timido lupo, le maestose aquile reali e lo sfuggente gatto selvatico; altissime palme africane che si ergono fiere sulla linea della costa, pur ora attaccate, e molte uccise, dal punteruolo rosso ( le stesse palme che conferiscono alla provincia un’atmosfera esotica e irresistibile dovuta anche al clima che, prima del disastroso riscaldamento globale, era unico nel mondo). È anche questo che deve avere attratto la famiglia dello Zar di Russia quando ai primi del ’900 veniva a svernare a Bordighera, non a caso chiamata “città delle palme”, e i nobilissimi e sofisticati lord inglesi con i loro cani e i fucili da caccia intarsiati.
La storia è scritta sulle facciate degli edifici: dalla maestosa chiesa russa di Sanremo, alle palazzine stile Liberty di Bordighera dove è ospitato persino un cimitero britannico al giardino esotico Hambury, conosciuto in tutto il mondo, creato nel secolo scorso dall’omonimo Sir Thomas nella selvaggia e quindi ancora incontaminata, zona di Capo Mortola, al confine con la Francia. Senza contare le manifestazioni di carattere internazionale, primo fra tutti il Festival della canzone italiana di Sanremo con il suo casinò, uno dei cinque in Italia, il grande raduno dei velieri d’epoca a Imperia, il rally automobilistico, ancora nella città dei fiori, che fa concorrenza a quello di Montecarlo. E proprio a proposito di fiori non si deve dimenticare che la Riviera è chiamata così, proprio per la grande produzione floreale in serra.
Insomma, un territorio diversificato, pieno di spunti, di attrazioni, ma anche di tentazioni criminali. La provincia di Imperia non ha infatti funzionato da grande e felice polo catalizzatore soltanto per zar e lord, botanici e olivicoltori. Ma anche da delinque

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01/11/2014