Chiara Distratis

Droghe con un click

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Sulle tracce dello spaccio 2.0 seguendo le attività investigative della sezione Drug@online della Dcsa

Droghe con un click

Dimentichiamoci la ricerca di un pusher nei vicoli bui o negli angoli nascosti dei giardini pubblici. Ora per acquistare droga basta un computer o uno smartphone. Bisogna solo avere un po’ di pratica con Internet, ma all’occorrenza ci si può far guidare da uno dei tanti tutorial presenti in Rete e il gioco è fatto. Nessuna richiesta di documento, anonimato totale e pagamento, con una qualsiasi carta elettronica o in bitcoin (moneta virtuale), facilitano la vita anche ai giovanissimi che dalle loro camerette o persino durante la ricreazione a scuola possono ordinare una bustina di Dream, una dose di Bubbles o una pasticca di Meth. Visti i numeri allarmanti e in continua crescita dello spaccio 2.0, su indicazione del capo della Polizia Alessandro Pansa, la Direzione centrale per i servizi antidroga, oggi diretta dal generale dei carabinieri Sabino Cavaliere, già dal febbraio 2013 ha posto l’attenzione sul fenomeno, istituendo la nuova sezione “Drug@online”, incardinata all’interno del II Servizio analisi diretto da Massimo Zanni, dirigente superiore della Polizia di Stato. La Sezione, diretta dal vice questore aggiunto Lorenzo Agostini, 12 anni di esperienza di attività investigativa alla Postale, ha come principale compito istituzionale quello di monitorare la Rete per individuare e analizzare le aree del Web che consentono la compravendita di sostanze stupefacenti. Certo diversi anni fa il fenomeno era meno diffuso e le conoscenze investigative, soprattutto dal punto di vista informatico, non erano incisive come lo sono oggi, soprattutto in relazione al fatto che le informazioni reperibili in Rete spesso sono ingannevoli, se non addirittura vere e proprie truffe. «Attraverso le strategie d’intelligence poste in essere nel campo telematico – ha spiegato Lorenzo Agostini – la sezione “Drug@online” dal febbraio 2013 a oggi ha monitorato costantemente la Rete, ponendo una lente di ingrandimento sul fenomeno ed acquisendo preziose informazioni che hanno permesso di fare maggiore luce sulle dinamiche che accompagnano la compravendita di sostanze stupefacenti attraverso Internet».

L’open web
«Internet dispone di due aree: l’open web e la darknet (deep web) – continua il funzionario – Il traffico di sostanze stupefacenti è presente in tutte e due le realtà virtuali ma con modalità differenti». Nell’open web, la Rete che è utilizzata da tutti, la compravendita di droga può avvenire sia attraverso i siti cosiddetti “proprietari” che quelli di “intermediazione”. I primi mettono direttamente in contatto i venditori con i compratori. Entrato nel sito, l’utente naviga tra le pagine dedicate alle varie sostanze, corredate di foto, grammatura e prezzo.
L’acquirente, una volta scelta la sostanza e la quantità, passa nella pagina dei pagamenti dove può decidere tra varie opzioni tutte elettroniche: carta di credito, prepagata, Pay pal, bonifico on line. Una volta concluso l’acquisto la merce verrà spedita direttamente a casa.
Dalle attività di monitoraggio della Sezione è emerso che le sostanze più pubblicizzate, in queste aree del Web, sono la salvia divinorum, la marijuana e i suoi semi e i funghi allucinogeni. I siti proprietari più famosi sono quasi tutti europei, soprattutto olandesi, e la maggior parte di questi ha dietro dei negozi veri e propri (smart shop).
I siti di intermediazione, invece, mettono a disposizione i propri spazi, a pagamento, per inserire annunci e pubblicizzare la vendita di diverse tipologie di merce, al pari di un potenziale outlet virtuale. L’architettura informatica di questi siti consente di accedere a spazi virtuali che sono suddivisi per categorie merceologiche, all’interno delle quali troviamo l’accesso alle aree dove viene pubblicizzata la vendita di sostanze stupefacenti. «Le attività investigative da intraprendere su tali siti web sono diverse – spiega Agostini – infatti, su quelli proprietari, il gestore o proprietario del sito è colui che di fatto vende le sostanze stupefacenti e qualora si riesca a identificarlo, eseguendo successive attività investigative, è possibile, conseguentemente, identificare anche l’acquirente

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01/11/2014