di don Diego Maritano*

La Vergine BRUNA

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La Vergine BRUNA

A parlare d’Oropa e della sua spiritualità basterebbero già le parole che il pellegrino può trovare incise in lettere d’oro sul frontone dell’antica basilica: “O quam beatus, o beata, quem viderint oculi tui” (davvero fortunato chi avrà fissato in te i suoi occhi e dai tuoi materni sguardi sarà stato accarezzato). Un santuario mariano la cui padrona di casa è la Vergine bruna, la Madre pietosa che attende e accoglie le schiere dei suoi figli che a Lei ricorrono. Una spiritualità, quella di Oropa, fatta d’incontro, di ascolto, di dialogo e di contemplazione. E per favorire questa “sosta orante”, Oropa ha costruito una chiesa e anche una casa. Il santuario è dunque un importante centro religioso, collocato in uno scenario unico e incontaminato delle Alpi a una altezza di 1.200 m slm, una meta ideale per chi desidera unire momenti di serenità interiore ad occasioni di approfondimento culturale.
Secondo la tradizione, l’origine del santuario è da collocarsi nel IV secolo, ad opera di S. Eusebio, primo vescovo di Vercelli. I primi documenti scritti che parlano di Oropa, risalenti all’inizio del XIII secolo, riportano l’esistenza delle primitive chiese di Santa Maria e di San Bartolomeo, di carattere eremitico, che costituivano un punto di riferimento fondament

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01/10/2014