Leda Santoro*
La Costantinopoli sul delta padano
Forte di un passato glorioso Ravenna si candida capitale della Cultura 2019. Massimo l’impegno della questura contro la violenza di genere e i traffici di droga
Le vestigia di un passato splendente, la centralità economica attuale legata alle eccellenze aziendali che qui si sono radicate e più che altrove hanno raggiunto livelli internazionali, il litorale che ogni estate richiama milioni di turisti e un complesso di monumenti inserito tra i siti patrimonio dell’umanità Unesco. Ravenna è la città più grande e storicamente più importante della Romagna e oggi si trova a vivere una sfida che si inserisce nel solco di un passato luminoso. Tre volte capitale: dell’Impero romano d’Occidente, del Regno degli Ostrogoti e dell’Esarcato Bizantino, oggi tutta la città sta concorrendo ad una importante sfida, quella di diventare capitale europea della Cultura nel 2019. Ravenna è nella rosa delle sei finaliste: in autunno si saprà quale sarà la città prescelta. L’attesa intanto produce vivacità, si investe nel futuro, si punta sulla Darsena, traccia tangibile del passato lagunare: la costa si è ritirata di dieci chilometri e la città è collegata al mare da un suggestivo canale che termina alle porte del centro. Progetti, iniziative, impegni che vedono legate le imprese a una nuova vitalità che guarda avanti cercando di contrastare la crisi economica che, inevitabilmente, ha colpito anche la “città dei mosaici”. È in questo quadro che si inserisce il lavoro costante e capillare della questura e delle sue istituzioni. «Il nostro scopo è la sicurezza partecipata – commenta Mario Mondelli, da febbraio 2013 alla guida della questura ravennate – La nostra attenzione è concentrata non solo sulla prevenzione dei reati, ma anche nell’azione volta a favorire il rispetto della legalità, contrastando il degrado sociale e urbano. In questo contesto, nella provincia di Ravenna sono stati avviati da tempo, con tutte le forze dell’ordine, uno stretto accordo e una sinergia di intenti che hanno permesso, nella maggior parte dei casi, di scoprire, grazie alla coralità della risposta, i reati di maggiore allarme sociale commessi nella nostra provincia». Nel 2013 sono diminuiti del 6 per cento i reati ma non è calata l’attenzione delle forze di polizia «per dare risposta alla sempre crescente domanda di sicurezza – continua il questore Mondelli – mantenendo costante la presenza di pattuglie sul territorio». I colpevoli dei delitti più gravi, cinque tra omicidi e tentati omicidi, sono stati tutti scoperti. L’attività di repressione, in un anno, si è concretizzata nell’arresto di 180 persone. A Ravenna, crocevia di molti traffici, il contrasto allo spaccio di droga è una delle principali attività degli agenti di polizia: qui si va dallo spaccio al minuto al grande traffico internazionale. Gli ultimi tempi hanno evidenziato un calo nel consumo di eroina ma un contestuale, significativo aumento della diffusione di droghe più economiche come hashish e marijuana. I sequestri lo dimostrano: il flusso di queste tipologie di droghe è considerevole ed è da segnalare anche la comparsa nella rete di spaccio di cittadini italiani incensurati che, probabilmente anche a causa della crisi, intraprendono la strada dell’illegalità. Ma il fronte più delicato che vede impegnata Ravenna in prima linea in operazioni apri
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