Annalisa Spitaletta

Giù la maschera!

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Quattro cortometraggi targati Polizia di Stato per svelare le truffe più comuni agli anziani con il volto del “nonno d’Italia”, Lino Banfi. Sarà lui a puntare il dito contro inganni e raggiri per essere “più sicuri ad ogni età”

Giù la  maschera!

Sicuri ad ogni età, è questo il nome della nuova campagna antitruffa che la Polizia di Stato sta promuovendo dal sito istituzionale www.poliziadistato.it . Si tratta di quattro cortometraggi girati nella Capitale dal regista Paolo Carrino, con un protagonista d’eccezione, Lino Banfi, il nonno d’Italia di più generazioni. Si rivolge agli anziani che vivono nelle nostre famiglie o da soli, che per le fragilità e le debolezze tipiche di un’età non più “verde”, sono diventati negli ultimi anni le vittime privilegiate di truffatori senza scrupoli, che ne provano di ogni tipo per farli cadere in tranelli e raggiri, riuscendo ad estorcergli denaro “facile e sonante”.
«ll fenomeno delle truffe è in crescita negli ultimi anni» ha dichiarato il vice capo della Polizia, Francesco Cirillo, illustrando i dati riferiti al 2013 nell’ambito della conferenza stampa per l’istituzione, il 15 maggio scorso, della I Giornata nazionale contro le truffe agli anziani, promossa dal ministero dell’Interno e da Confartigianato. Ecco di quali reati sono stati maggiormente vittime gli anziani nel 2013: truffe (13.537), rapine (4.405) e borseggi (37.660). Questi i dati che hanno reso necessaria un’attività di comunicazione sulle modalità utilizzate dai truffatori per ingannare la vittima “dai capelli bianchi”, una sorta d’identikit del truffatore e delle tecniche e tipologie di raggiro più usate, così come emergono dalle statistiche degli archivi di polizia.
«Tutti i nonni sono la nostra forza» ha dichiarato con fermezza anche Papa Bergoglio, in un recente incontro pubblico, esprimendo un concetto di inclusione nei confronti delle persone più in là negli anni, per dire che tutti siamo chiamati alla loro tutela, figli, nipoti e Istituzioni, nessuno escluso.
Da questa consapevolezza nasce e si realizza il progetto di prevenzione della Polizia “Sicuri ad ogni età”. Attraverso l’efficacia e l’immediatezza del mezzo filmico si rendono più concreti, che con il solo utilizzo delle semplici parole, i messaggi di sicurezza. Nel primo spot appena lanciato, “L’amico del figlio”, lo spettatore segue l’intera vicenda della truffa, ripresa dalla camera del regista proprio dove comunemente avviene. Ai giardinetti di qualsiasi città, piccola o grande che sia, la tecnica del raggiro è sempre la stessa, a cambiare sono solo luoghi e persone. Intimidire con toni e pretese di debiti di denaro inevasi da un parente della vittima, affrontando l’anziana persona mentre passeggia o si riposa su una panchina, tra gli alberi degli spazi urbani. In questo caso il parente stretto è il figlio, e dopo un piccolo racconto dell’importo ancora dovuto, l’esperto dell’inganno finge addirittura di chiamare al telefono il figlio della vittima, mentre in realtà dall’altra parte c’è il compare del malfattore. Questo è solo il primo della serie completa dei cortometraggi che, con gli altri tre, traccia una vera case history delle truffe agli anziani. Seguiranno queste altre tipologie: il camuffamento da finto tecnico della caldaia per introdursi in casa per poi derubare quanto di più prezioso riesca a portar via; lo sportello del bancomat di un istituto di credito modificato per sottrarre soldi e infine, restando ancora in ambito bancario, la finta funzionaria che esce all’esterno con un cartellino identificativo, che ne simula la credibilità, per chiedere di scambiare la busta “vera” con cui la persona anziana stava andando via, con una fasulla, ovviamente vuota. Informare gli anziani dunque su ogni modalità con cui avvengono le truffe affinché conoscano il modus operandi del malfattore, e non cadano più nei tranelli da questo tesi. L’intento è quindi quello di invertire il trend di crescita del fenomeno di questi ultimi anni. La sicurezza è un bene assoluto, in particolar modo per le persone non più giovani che, spesso anche per solitudine e mancanza di confronti, tendono a chiudersi in se stessi diventando ancor più vulnerabili ed esposti a rischi e pericoli. L’esperienza registra infatti anche un altro aspetto da non sottovalutare: chi è rimasto vittima di una truffa accusa anche una “caduta psicologica” che finisce per riflettersi seriamente poi sulla qualità della vita, portandolo all’emarginazione e al silenzio. La partecipazione di Lino Banfi, tra i volti più noti e cari al pubblico del piccolo e grande schermo per quella rassicurazione immediata che riesce a trasmettere, è garanzia di sicuro successo per questa campagna. La migliore conclusione ad ognuno dei 4 spot realizzati è in una delle sue più famose battute, opportunamente modificata per questa campagna di comunicazione agli anziani: «Una parola è troppa, due sono poche, tre quelle giuste...Chiama la Polizia».

CRONACA DA UN BACKSTAGE
“Nella scuola dell’esperienza si impara tutti i giorni”, recita un vecchio detto popolare… Organizzare, preparare e gestire un set cinematografico non è mai facile, anche quando si tratta di coordinare gli sforzi di una piccola troupe, formata da amici della Polizia e da colleghi che hanno messo a disposizione del progetto le proprie professionalità tecniche e artistiche. Realizzare i quattro spot contro le truffe agli anziani, infatti, è stata un’esperienza lavorativa diversa, impegnativa, vissuta insieme ai video operatori e ai fotografi, supportati dal regista Paolo Carrino e con i suggerimenti di un’icona del cinema italiano come Lino Banfi, mai avaro di consigli.
Anche la più lineare delle scene, apparentemente semplice, è frutto del montaggio di sequenze provate e riprovate. All’esterno, il lavoro può essere condizionato dall’arrivo inaspettato, fastidioso, di una semplice nuvola, che varia la luce creando difformità tra una sequenza e l’altra da inserire nello stesso momento narrativo; accade, per questo, che dieci persone restino inerti un’ora intera, in attesa che il vento risolva il problema…
Dalla ricerca continua di batterie, “divorate” dai radio microfoni, alla disposizione delle lampade, degli specchi e delle tende, anche le riprese interne hanno manifestato criticità che non ti aspettavi e con cui devi fare i conti. È così, che tra un contrattempo e un’improvvisazione, imparavi i rudimenti di tante professionalità e maestranze, determinanti anche per una piccola produzione come la nostra. La pazienza e l’esperienza di Lino Banfi, in fine, hanno garantito quel salto di qualità altrimenti non raggiungibile.
Terminato il progetto, a settimane dalle prime riunioni, quando si discutevano ancora i soggetti e le sceneggiature, la sensazione è quella di aver condiviso un fine importante cercando, attraverso un canale comunicativo diverso da quello ordinario, di raggiungere in modo utile il maggior numero di cittadini.

Nicola Marchetti

01/06/2014