Luigi Lucchetti*

Violenza virtuale e virale

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Un’indagine sull’origine del malcostume dilagante tra il popolo della Rete che predilige l’insulto e il dileggio

Violenza virtuale e virale

Si registra ormai frequentemente come sulla ete, ed in particolare sui social network, sia diventato costume che semplici cittadini, figure politiche, altri personaggi pubblici e soggetti di genere femminile in special modo, diventino oggetto di insulti, sbeffeggiamenti, ingiurie, apprezzamenti quanto meno sgradevoli, e perfino di minacce. La crescente attenzione a questo fenomeno, in aumento esponenziale negli ultimi tempi – contestualmente all’aggravarsi della sfavorevole congiuntura economica ed al conseguente peggioramento del clima delle relazioni sociali in generale – deve essere posta sia sul versante relativamente esiguo degli autori di questi messaggi, che su quello del più vasto universo di fruitori che esplicitamente dichiarano di apprezzare e gradire testi o video dai contenuti spesso gravi, e comunque intrisi di violenza, come ad esempio quelli che sempre più frequentemente invitano allo stupro. Prendere atto che centinaia di navigatori hanno cliccato “mi piace”, sottoscrivendo di fatto il contenuto di messaggi di questo tipo, costringe a riflettere sui fattori psicologici e sociali che determinano persone “normali” a con

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01/04/2014