Annalisa Bucchieri
L’Aquila risuona
Difficile dimenticare il 7 aprile 2009 quando con altri due colleghi di Poliziamoderna arrivai a L’Aquila per documentare sulla nostra rivista il dramma del terremoto e raccontare l’impegno della Polizia di Stato in aiuto alla popolazione. La forza incredibile di chi, nonostante fosse stato colpito nei propri affetti familiari e avesse subìto danni alla casa, indossava la divisa il giorno dopo pronto a dare assistenza e coraggio agli altri. I rinforzi dei colleghi dei Reparti mobili giunti da tutta Italia, la postazione di pronto soccorso dei medici della polizia che era assiepata di feriti. Soprattutto la dignità e la volontà rocciosa degli aquilani che lottavano per sottrarre alle macerie vite e pezzi di vita. Spesso la nostra rivista è ritornata sull’argomento, parlando del difficile e lento percorso di ricostruzione della città, ma anche rassegnando i tanti eventi e le molteplici iniziative che la questura ha intrapreso in questi anni post-terremoto per rendere più tangibile la sua presenza di protezione e prevenzione. Perché gli aquilani non hanno smesso di esserci, portano avanti la loro resistenza in un luogo che ha perso il suo “centro” sia in senso fisico che simbolico e deve orientarsi tra nuovi distretti residenziali, passaggi bloccati dalle transenne di interminabili “lavori in corso” e vuoti spaesanti nello skyline storico.
L’Aquila che continua a vivere e ad adattarsi a morfologie diverse, L’Aquila che sta cambiando pelle cercando con tutte le sue energie di rinascere. Ecco, questa città Poliziamoderna ha voluto raccontare nelle pagine di aprile attraverso l’attività e l’impegno della sua questura. Non solo un doloroso passato ma un coraggioso presente, ha sottolineato il questore della provincia, Vittorio Rizzi, che per il giorno 6 aprile, alla quinta ricorrenza del tragico terremoto, ha voluto organizzare un concerto con gli orchestrali della Banda musicale della Polizia di Stato diretti dal maestro Maurizio Billi e accompagnati, per l’occasione, dagli strumenti elettrici di un gruppo di studenti del Liceo scientifico dell’Aquila. Tradizione e modernità, adulti e giovani insieme per ricreare uno spazio di condivisione perduto, partendo dalle note.
Ci auguriamo che il volume di questo concerto riesca ad arrivare alle orecchie di tanti. Perché niente come la musica può colpire l’animo delle persone senza procurare dolore, parola di Bob Dylan.