Andrea Sperini
Terrorismo, nuove frontiere
La recente evoluzione del jihadismo, che assume i caratteri propri della criminalità organizzata, la complessità geografica e l’instabilità politica, fanno del continente africano il fronte emergente del terrore
Al-Qaeda nel Maghreb islamico, Ansar al-Sharia, Al-Mourabitoun, Boko Haram, Ansaru e Al-Shabaab sono solo alcune tra le più importanti sigle che identificano i gruppi terroristici che operano attivamente in varie parti dell’Africa, dalle aree desertiche alla costa atlantica fino all’Africa sub-sahariana, alla Nigeria, al Camerun, alla Somalia e al Kenya.
La situazione africana, storicamente fragile e precaria, ha assunto, negli ultimi anni, ulteriori e importanti caratteri di criticità. All’instabilità politica della fascia maghrebina, eredità di un tentativo laico dell’incompiuta rivoluzione culturale, la cosiddetta “Primavera Araba”, si affianca una nuova tendenza del terrorismo che pervade gran parte del continente africano.
L’insuccesso politico delle recenti e condivise rivoluzioni nei Paesi della fascia dell’Africa mediterranea ha contribuito all’instaurarsi di un caos geopolitico, che ha riacceso situazioni sopite, ma mai risolte.
Libia, Egitto e Tunisia hanno visto il riaccendersi di conflitti interni, di carattere politico-religioso, richiamando vecchie situazioni che ripercorrono quanto accaduto decenni fa in Algeria, dove partiti o gruppi terroristici di matrice islamista si opponevano al governo centrale.
Il recente rapimento di due operai italiani nella Libia orientale da parte di un gruppo armato, seguito fortunatamente da un rapido rilascio degli ostaggi, e gli attacchi terroristici al Cairo alla fine di gennaio, ben rappresentano una tendenza di instabilità e di insicurezza diligante.
È proprio l’Egitto a rappresentare oggi delle marcate criticità che oltre ad interessare l’Africa potrebbero destabilizzare ulteriormente il Medio Oriente con il quale confina. L’attentato di Taba, penisola del Sinai, avvenuto lo scorso 16 febbraio ai danni di turisti sud coreani, richiama alla memoria un analogo avvenimento che nel 2004 ha contato, tra le altre vittime, anche due donne italiane.
È evidente come quest’ultimo attentato, rivendicato dal gruppo terrorista egiziano Ansar Jerusalem (Difensori di Gerusalemme), rientri in una logica di lungo periodo volta a distru