a cura di Cristina Di Lucente

Una divisa in aiuto

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Roma. “Itinerari di vittimologia” è il titolo di un manuale che indica il modo migliore per approcciarsi alle vittime di violenza criminale, in particolare donne, minori, parenti delle vittime della criminalità organizzata, presentato ai primi di novembre presso la Scuola superiore di polizia a Roma, alla presenza del capo della Polizia Alessandro Pansa. Quest’utile strumento di lavoro per tutte le figure professionali che interagiscono in simili tipologie d’intervento, dalle forze dell’ordine agli assistenti sociali, psicologi e personale dei centri antiviolenza, è stato argomentato nei contenuti dai due curatori: Anna Maria Giannini, ordinario di psicologia alla Sapienza di Roma e il vice capo della Polizia Francesco Cirillo, direttore centrale della polizia criminale. Molti gli interventi di altri relatori, condotti e moderati dal giornalista d’inchieste “a presa diretta” Riccardo Iacona, volto noto di Raitre, a partire dal direttore della scuola Roberto Sgalla che ha evidenziato l’efficacia dell’incontro tra saperi che ha luogo presso la Scuola, con la nascita di molti progetti attivati con l’Università La Sapienza di Roma. I contributi a più mani raccolti nel manuale sono l’elaborazione dei risultati di programmi formativi standard realizzati in Italia per funzionari e ufficiali della Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, poi esportati anche in diversi Paesi europei. Il capo della Polizia ha così racchiuso la finalità del compendio: «Il libro mette insieme la scienza dell’università, ossia il metodo, con la conoscenza degli operatori che forniscono i dati della loro esperienza di lavoro. Il risultato dei due fattori è una crescita e una formazione per gli operatori sul come intervenire. Itinerari di vittimologia io lo collocherei tra la pistola e le manette per entrare a far parte del nostro bagaglio fisso, nella cassetta degli attrezzi del poliziotto».
Anna Lisa Spitaletta

Figli adottati e trappole sul Web
Savona. Nel corso dello sviluppo evolutivo dei figli adottivi arriva un momento, tra i 10 e i 15 anni di età, in cui sorge spontaneo il desiderio di riscoperta delle origini e la voglia di conoscere i propri genitori naturali. In quel particolare frangente fragilità e insicurezza possono rendere i ragazzi facili prede di truffatori senza scrupoli e la ricerca, che inevitabilmente passa per il Web, può risultare insidiosa. Si tratta di un tema che desta allarme, tanto da diventare l’argomento di discussione in una conferenza tenuta nel

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01/12/2013