a cura di Cristina Di Lucente
Nei tombini a caccia di “topi”
Napoli. Città più vuote e negozi chiusi per ferie possono essere un buon motivo per incrementare l’attività di ladri e rapinatori. La questura di Napoli corre ai ripari intensificando i controlli dove neppure lo sguardo più attento sarebbe in grado di arrivare: nel sottosuolo. Gli uomini del Reparto sommozzatori realizzano questo tipo di controlli nati con lo scopo di “stanare” le cosiddette “bande del buco”, i criminali metropolitani che realizzano veri e propri cunicoli sotterranei fino ad arrivare in prossimità di banche e gioiellerie per effettuare i furti e le rapine accedendo da inconsueti ingressi. I sopralluoghi si svolgono settimanalmente nelle zone più a rischio e prevedono il passaggio attraverso reti fognarie ed elettriche, calandosi in sicurezza nei tombini e indossando muta stagna, caschetto e guanti per ispezionare gallerie oscure in cerca di eventuali tracce. Esperti anche nell’uso di materiale di corda e utilizzando l’imbracatura da alpinisti, gli operatori che svolgono questo particolare servizio intervengono dove c’è il sospetto di forzatura del tombino. «Cerchiamo di individuare quelli aperti di recente – spiega Carlo Imperatore, coordinatore del servizio – vicino ai punti d’interesse viene usato un martelletto che permette di percepire le differenze acustiche tra zone piene e vuote. Uno scavo recente è riconoscibile attraverso materiale lasciato in terra lungo il percorso». In questo modo sono state sventate diverse rapine, rilevando la presenza di buchi anche a brevissima distanza dagli obiettivi, per richiudere i quali vengono chiamati gli operatori del comune. Ed è proprio in questa collaborazione a rete il senso del progetto Aracne studiato per il contrasto dei reati predatori, come spiega il suo promotore Carlo Maria Spina che dirige l’Upg e soccorso pubblico della questura di Napoli: «Tutti i corpi speciali della questura seguono un bollettino settimanale che stabilisce i punti strategici da controllare. Questa azione viene completata dalla collaborazione attiva di vari enti interessati (municipalità, associazioni di commercio, Federalberghi, autorità portuale) che danno dei pareri per aggiustare il tiro sui controlli. Si tratta di un piano integrato e modulare di gestione del territorio, una vera prossimità attiva».
Liberi di immaginare
Trieste. “Respiro, scambio, sentiero, cerchio, confronto”. Sono solo alcune delle parole utilizzate dai dodici artisti-illustratori delle tavole tattili esposte in occasione della mostra itinerante dal titolo “A spasso con le dita”, ospitata dalla questura triestina fino allo scorso 8 luglio per promuovere uno speciale genere editoriale dedicato ai non vedenti. Sospesi tra il testo didattico, che stimola la percezione, e quello d’artista, oggetto artigianale dalle tirature mol