Gianni Bazzoni*

Sassari, culla di statisti

CONDIVIDI

Puntare sulla green economy e valorizzare le risorse ambientali e culturali. Ecco le strategie per il rilancio della Sardegna del Nord

Sassari è città di leader politici, di parlamentari e di uomini di Stato. Lo ha sottolineato anche Giorgio Napolitano in occasione della sua ultima visita per celebrare i 450 anni della storica Università. «Diversi di loro ho avuto modo di conoscerli (riferendosi in particolare a Antonio Segni, Francesco Cossiga e Enrico Berlinguer) – ha detto il presidente della Repubblica – e oggi mi chiedo che cosa significa il fatto che la città abbia potuto esprimere questi uomini politici, uomini di governo, poi diventati uomini di Stato fino al più alto livello di rappresentanza istituzionale? Probabilmente significa che nel corso del tempo e in particolare, perché ci riferiamo a questo periodo, dopo la nascita dell’Italia repubblicana e di una democrazia parlamentare fondata su una carta costituzionale moderna, si è affermata a Sassari e, nelle classi dirigenti sarde, una visione alta della politica e insieme con essa un sentimento forte della responsabilità nazionale. Questo ha significato la storia dei Segni, dei Cossiga e di tanti altri, dai Berlinguer ai Siglienti».
Centotrentamila abitanti, Sassari è il comune più esteso della Sardegna. È una realtà che il questore Antonello Pagliei conosce bene. «Sono arrivato nel 1978 – racconta – come giovane funzionario di polizia. Ci sono rimasto per sedici anni come dirigente della Squadra mobile, prima di andare a Cagliari alla Criminalpol». Da tre anni è ritornato come questore, dopo esperienze importanti che ne hanno fatto uno dei poliziotti più esperti in materia di sequestri di persona e lotta alla criminalità.
Oggi ha trovato una Sassari inevitabilmente cambiata. «Sono sorti nuovi rioni e collegamenti stradali, sono stati creati parchi. I centri commerciali hanno invaso il territorio e la Dinamo Basket ora gioca in serie A1 e lotta persino per la conquista dello scudetto». Quello che non è cambiato e conserva un fascino immutabile nel tempo, sono i Candelieri con la tradizionale “Faradda”, la Festha Manna dei Sassaresi (il 14 agosto) e la Cavalcata Sarda, a maggio. Segni di una identità che non viene minimamente intaccata dal trascorrere del tempo e, anzi, contribuiscono a creare collegamenti internazionali che portano nel centro sassarese migliaia di turisti.
La delinquenza, di fatto, ha partecipato al cambiamento di una società che risente pesantemente delle difficoltà. «Ha avuto una notevole metamorfosi», e il ricordo principale di Antonello Pagliei non può non andare all’epoca dei sequestri di persona. «Nell’estate del 1979 – dice il questore – avevamo dodici persone in mano ai ladri di uomini in contemporanea. E poi c’erano le faide e tanti piccoli reati contro il patrimonio. Oggi, terminati i sequestri, i nostri malviventi si sono dati ai traffici, allo spaccio di droga e ai reati connessi: attentati incendiari agli automezzi (per regolamento di conti), rapine (in prevalenza ad personam o verso esercizi commerciali) che lo scorso anno, in tutta la provincia, sono state più di un centinaio», a cui le Forze dell’ordine hanno dato una risposta po

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

01/08/2013