a cura di Cristiano Morabito

In nome della legge

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- Cassazione civile -

Dimissioni del lavoratore rassegnate sotto minaccia di licenziamento per giusta causa
Le dimissioni del lavoratore rassegnate sotto minaccia di licenziamento per giusta causa sono annullabili per violenza morale solo qualora venga accertata – con onere probatorio a carico del lavoratore che deduce l’invalidità dell’atto di dimissioni – l’inesistenza del diritto del datore di lavoro di procedere al licenziamento per insussistenza dell’inadempimento addebitato al dipendente, dovendosi ritenere che, in detta ipotesi, il datore di lavoro, con la minaccia del licenziamento, persegua un risultato non raggiungibile con il legittimo esercizio del diritto di recesso.
(Sez. lavoro – 25 maggio 2012 n. 8298)

Giusto processo - Equa riparazione per violazione del diritto alla ragionevole durata del processo
In tema di equa riparazione per violazione del diritto alla ragionevole durata del processo, i criteri di liquidazione applicati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo non possono essere ignorati dal giudice nazionale, il quale può tuttavia apportare le deroghe giustificate dalle circostanze concrete della singola vicenda, purché motivate e non irragionevoli. Pertanto la quantificazione del danno non patrimoniale deve essere, di regola, non inferiore a euro 750 per ogni anno di ritardo, in relazione ai primi tre anni eccedenti la durata ragionevole, e non inferiorea euro 1.000 per quelli successivi, in quanto l’irragionevole durata eccedente tale periodo comporta un evidente aggravamento del danno.
(Sez. VI – 28 maggio 2012 n. 8471)

Scrittura privata - Configurabilità come testamento olografo
Ai fini della configurabilità di una scrittura privata come testamento olografo non è sufficiente il riscontro dei requisiti di forma individuati dall’art. 602 cc, occorrendo, altresì, l’accertamento dell’oggettiva riconoscibilità nella scrittura della volontà attuale del suo autore di compiere non già un mero progetto, ma un atto di disposizione del proprio patrimonio per il tempo successivo al suo decesso. Tale accertamento, che costituisce un prius logico rispetto alla stessa interpretazione della volontà testamentaria, è rimesso al giudice del merito e, se congruamente e logicamente motivato, è incensurabile in sede di legittimità. (Nella specie, in applicazione dell’

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01/07/2013