Liberi dalla paura

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Poliziamoderna pubblica integralmente il discorso pronunciato dal prefetto Alessandro Pansa nel corso della cerimonia di insediamento come Capo della Polizia

"Signor Ministro, voglio, innanzitutto, ringraziarLa, dal profondo del cuore, con sentimenti di viva gratitudine scevri da qualsiasi formalità, per la fiducia che mi ha accordato nel proporre al Consiglio dei Ministri di venerdì scorso, 31 maggio, la mia nomina a Capo della Polizia.
La ringrazio ancora perché la Sua presenza oggi, in questa cerimonia di insediamento, offre testimonianza concreta e tangibile di come l’intero Governo, che oggi Lei qui rappresenta, sia vicino e sostenga l’istituzione “Polizia”, che ho avuto l’onore di essere chiamato, da oggi, a dirigere.
Parlo da Capo della Polizia, ma anche da Direttore Generale della Pubblica Sicurezza. In questa duplice veste è racchiuso il significato più autentico e profondo della mia “mission” istituzionale: quella di fare del Dipartimento della Pubblica Sicurezza la sede in cui - insieme al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, con il Comandante Generale della Guardia di Finanza e con i vertici del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Penitenziaria - vengono elaborate le analisi tecniche e le strategie che sono indispensabili a Lei, signor Ministro dell’Interno, per esercitare i poteri che l’art.1 della legge n. 121 le attribuisce quale Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza.
Voglio, cioè, che il Ministero dell’Interno continui ad essere la “casa comune” di tutte le forze di polizia, il luogo elettivo di formazione e di decisione delle politiche pubbliche in materia di sicurezza, grazie all’apporto di tutte le forze di polizia previste dall’art.16 della legge n.121 le quali trovano appunto nell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza e, per essa, nel Dipartimento della Pubblica Sicurezza, lo strumento istituzionale e operativo per la funzione massima di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, riaffermato anche dall’art. 10 della legge n. 78 del 2000.
È con questo spirito, all’insegna dei principi cui intendo ispirare la mia azione, che voglio rivolgere oggi, all’atto del mio insediamento, un deferente saluto alle istituzioni democratiche della Repubblica: al Presidente della Repubblica, in primo luogo, al Presidente del Senato e al Presidente della Camera.
Un ringraziamento forte e sentito va quindi a tutti gli appartenenti alle forze di polizia: Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato e Polizia Penitenziaria.
Non voglio dimenticare nessuno, anzi voglio ricordare tutti, come i miei preziosi colleghi e collaboratori dell’amministrazione civile dell’interno ai quali sarò sempre riconoscente per l’arricchimento che ho tratto dalla loro professionalità e dal loro supporto.
Ma consentitemi di ringraziare in modo particolare tutti i poliziotti per quello che fanno ogni giorno al servizio del nostro Paese. Un ringraziamento speciale a quei poliziotti che mi hanno affiancato e sostenuto durante la mia carriera. Senza il loro contributo di esperienza, umanità e passione non sarei mai riuscito a superare le sfide cui ho dovuto far fronte nell’assolvimento degli incarichi che mi sono stati conferiti.
A tutti ho certamente dato, ma ho soprattutto imparato da ognuno di loro. Nessun traguardo si raggiunge da soli, come ogni trionfo ha un senso se lo puoi condividere con chi ti è stato accanto. E consentitemi una digressione per ringraziare la mia famiglia: Silvana, Francesco e Antonio, che sono stati strumento fondamentale del mio percorso professionale e personale, Sofia ed Emma che aggiungono nuova spinta verso il futuro.
Anche se il mio sguardo e i miei occhi sono rivolti verso nuovi orizzonti, non posso dimenticare che mi è stata lasciata un’eredità non da poco dai miei predecessori. Un’eredità che risale ad un sodalizio nato circa 30 anni orsono con Gianni De Gennaro ed Antonio Manganelli, il mio predecessore, che – e lo dico con lo strazio nel cuore – purtroppo non ritrovo oggi tra noi.
Raccolgo questa eredità per custodirla e trasmetterla alle giovani leve che si affacciano piene di passione e di speranza nella “famiglia” della Polizia.
In questa “famiglia” ho trascorso la maggior parte della mia vita, fiero sin dal primo momento di farne parte, orgoglioso di prestare la mia attività al servizio del Paese, sempre consapevole dell’importanza della missione affidata alle donne e agli uomini che devono tutelare, in ogni momento, il bene più importante: la sicurezza della collettività.
Oggi raggiungo il vertice della carriera, e non posso nascondere di provare una forte emozione. È un’emozione vera e positiva, un sentimento che m’induce a impegnarmi sempre di più per contribuire, in nome dello Stato, a garantire il quieto vivere dei cittadini.
Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che avrò il compito di dirigere secondo i criteri e le regole della legislazione di pubblica sicurezza, è un’ “azienda” al passo dei tempi. Esso rappresenta oggi il perno di un sistema avanzato di gestione della sicurezza. Negli ultimi anni, i modelli strategici e organizzativi sono stati rimodulati tenendo conto dell’evoluzione del nostro Paese nella più ampia cornice dell’Unione Europea. Come ho già detto, sarà mia cura perfezionare questo modello, affinandone costantemente le dinamiche operative nella prospettiva di adeguarne le capacità di risposta, in termini organizzativi, alle mutevoli e pressanti domande che salgono da strati sempre più vasti della società civile. Infinite sono infatti le risposte che si attendono da noi: dalla lotta alla criminalità alla salvaguardia dell’ordine pubblico, oggi minacciate da nuove forme di aggressione.
In una delle prime dichiarazioni rese all’indomani della mia nomina ho chiarito, riprendendo una direttiva del Ministro Alfano, che il mio obiettivo principale dovrà essere quello di liberare la società dalla paura e restituire serenità nella vita delle nostre città. Può sembrare un obiettivo ambizioso, ma di certo racchiude tutto il significato della mia azione: sono infatti convinto che vivere liberi dalla paura sia la prima forma di libertà dalla quale dipendono tutte le altre.
Rispetto a questo obiettivo, il Dipartimento dovrà porsi come una moderna struttura di supporto ed operare al costante servizio del territorio, in totale simbiosi e nel pieno rispetto dell’autonomia dei Prefetti e dei Questori della Repubblica, che qui saluto e ringrazio, ben conoscendo ed apprezzando la professionalità e l’impegno con cui interpretano il loro complesso e delicato ruolo di Autorità Provinciali di Pubblica Sicurezza.
Ma il sistema, per funzionare al meglio, non può prescindere da altre, fondamentali componenti. È per questo che in futuro dovremo ulteriormente valorizzare la partecipazione di tutte le Forze di Polizia, che, grazie alle loro peculiarità e versatilità, potranno promuovere più avanzati ed efficienti sistemi di cooperazione con i colleghi del comparto intelligence e delle Forze Armate, che già forniscono un rilevante e apprezzato contributo alla tutela della Nazione.
Al contempo, dovremo incentivare al massimo il coinvolgimento delle diverse componenti della società civile, aprendo le porte della nostra “casa comune” alle organizzazioni che rappresentano gli interessi e le aspettative dei cittadini, riservando una particolare attenzione ai soggetti più deboli e facendo da scudo alle categorie discriminate.
In tale contesto, rivolgeremo particolare attenzione ad ogni forma di abuso verso le donne e i minori. Non ci limiteremo, quindi, a prevenire e reprimere i gesti di natura violenta, ma estenderemo la vigilanza anche al web, che sempre più spesso viene utilizzato per scopi denigratori, se non per veri e propri atti di intimidazione.
Sotto il profilo dell’azione anticrimine, in stretto raccordo con l’Autorità giudiziaria, verrà conferito il massimo impulso a tutti i settori operativi dedicati al contrasto alle organizzazioni di tipo mafioso, alla cattura dei latitanti, all’illegalità diffusa, nonché all’individuazione, al sequestro e alla confisca dei patrimoni illeciti.
Manterremo alta la guardia anche sui rischi di infiltrazioni criminali nei cantieri delle grandi opere, nei piani di ricostruzione delle aree colpite da calamità naturali e, non da ultimo, negli eventi di rilevanza internazionale che il nostro Paese si accinge ad ospitare nei prossimi anni.
Proseguirà con immutato impegno la capillare azione info-investigativa volta a prevenire qualsiasi deriva di carattere eversivo e neutralizzare ogni eventuale minaccia terroristica, sia di matrice interna, sia internazionale.
Ulteriore slancio verrà conferito alle indagini finalizzate all’individuazione delle cellule di trafficanti di esseri umani attive nel nostro Paese. Proseguirà, inoltre, l’intensa opera di vigilanza alle frontiere aeree, marittime e terrestri, nonché l’azione di contrasto all’immigrazione irregolare, ponendo la massima attenzione ai segnali precursori dell’apertura dei nuovi corridoi dello schiavismo contemporaneo.
Le nostre attività, signor Ministro, non si esauriscono entro i confini nazionali, ma vanno inquadrate nel più ampio scenario della cooperazione internazionale di polizia. Se il crimine non conosce confini, anche l’attività di polizia non deve avere ostacoli e barriere.
Il nostro compito è dimostrare che anche noi siamo in grado di operare in tutto il mondo, in perfetta sintonia con i nostri colleghi stranieri, per individuare e reprimere ogni minaccia per la sicurezza, ovunque essa venga arrecata, in Patria come all’estero. Rivolgo, quindi, un sentito ringraziamento alle Forze di Polizia degli altri Paesi per il fondamentale supporto fornito nella lotta a ogni crimine.
Nella gestione dell’ordine pubblico dovremo sempre tener presente che la protesta, per quanto motivata, non dovrà mai sfociare in episodi di violenza. Siamo ben consapevoli che oggi il dissenso esprime un duplice malessere, costituito da un lato dalle difficoltà economiche frutto della perdurante crisi globale, e dall’altro dalla sensazione di incertezza che pervade i cittadini. In tale scenario, fedeli al dettato costituzionale, agevoleremo sempre più il dialogo e la mediazione, convinti di poter assicurare a chiunque la libertà di esprimere il proprio disagio, senza che ciò comporti l’alterazione dell’ordine sociale.
I molteplici settori che ci vedono impegnati richiedono un costante adeguamento dei nostri schemi organizzativi per mantenere alto lo standard dei servizi resi ai cittadini, anche a fronte della minore disponibilità di risorse logistiche, strumentali e finanziarie. Fino a qualche anno fa, signor Ministro, le Forze di Polizia avevano come unica missione quella di garantire la sicurezza, e non dovevano preoccuparsi di far “quadrare il bilancio”. Oggi la nostra sfida è anche quella di gestire i mezzi di cui disponiamo facendo ricorso a moderne logiche di management, funzionali all’incremento dei risultati a risorse invariate.
Lo spirito di servizio che anima gli appartenenti alle forze di polizia continuerà ad essere un sicuro punto di riferimento per tutti i cittadini. Per questo avrò sempre cura di tutelare i diritti delle donne e degli uomini delle forze dell’ordine, garantendo condizioni dignitose di lavoro agli operatori e cercando di limitare i loro disagi. Nel farmi carico in prima persona di questo impegno, non dubito di poter contare sulla massima collaborazione da parte delle organizzazioni sindacali, i cui rappresentanti, ne sono certo, saranno sensibili ad ogni iniziativa e proposta volta alla modernizzazione della nostra Amministrazione.
Sono queste le linee di intervento operativo che intendo adottare nell’ambito delle direttive strategiche che Ella, signor Ministro, riterrà di impartire nella sua veste di Autorità nazionale di Pubblica Sicurezza".

01/06/2013