Annalisa Bucchieri
Un poliziotto d.o.c.
Dopo circa sessanta giorni dalla dolorosa scomparsa di Antonio Manganelli, il Consiglio dei ministri ha nominato un altro campano doc, Alessandro Pansa (nato a Eboli), direttore generale della Pubblica Sicurezza, colmando un grande vuoto istituzionale.
Sono state battagliere e al tempo stesso rassicuranti le prime ufficiali parole del nuovo Capo della Polizia alla conferenza stampa a Palazzo Chigi, fresco dell’importante investitura: «le linee guida del ministro dell’Interno saranno seguite con grande impegno. Puntiamo ad assicurare alla giustizia i criminali ed a migliorare sia la percezione della sicurezza che la sicurezza reale, in modo che ognuno possa essere libero dalla paura che attanaglia purtroppo la vita del nostro Paese». Un curriculum professionale ampio e completo, iniziato proprio nella Polizia di Stato in Calabria (1975) in trincea a combattere ‘ndrangheta e terrorismo. Una volta arrivato a Roma è stato tra i fondatori e poi direttori del Servizio centrale operativo e protagonista di moltissime operazioni di calibro contro il crimine transnazionale, terrorismo, narcotraffico e clan mafiosi (fu tra i poliziotti che riportarono Buscetta in Italia e arrestarono Nitto Santapaola). Sicuramente una carriera ad hoc per quelle che Alfano ha definito le priorità del Governo: «il contrasto alla criminalità organizzata attraverso l’arresto dei latitanti e l’aggressione ai patrimoni criminali ed il rafforzamento della sicurezza nelle nostre città».
Una sicurezza che al giorno d’oggi va garantita anche per la gestione digitale dei beni collettivi (servizi di trasporti, erogazione energia elettrica etc…) come delle relazioni dei singoli individui (dalle vittime del cyberbullismo a quelle del furto di identità digitale).
Su questo versante Alessandro Pansa è stato un precursore. Quando fu nominato prefetto nel 2000, assunse l’incarico di direttore centrale per la polizia stradale, ferroviaria, postale, di frontiera e dell’immigrazione, dando un assetto nuovo e moderno alla polizia postale, trasformandola nella polizia delle comunicazioni, con spiccate capacità nel settore della lotta alla criminalità informatica, alla pedopornografia e al presidio delle infrastrutture sensibili.
Passando per la conduzione di tutte le strutture più complesse e apicali, Criminalpol, direzione investigativa antimafia, direzione centrale per i servizi antidroga, direzione centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere, direzione centrale della polizia criminale, Pansa è diventato prefetto di Napoli durante il critico periodo dell’emergenza rifiuti, ed è rientrato a Roma nel luglio 2010 con le funzioni di capo dipartimento per gli affari interni e territoriali, incarico che ha svolto fino al 31 maggio scorso.
Nella difficile congiuntura economica e politica in cui ci troviamo, gli auguri di buon lavoro sono d’obbligo. Il benvenuto da parte di tutti noi viene dal cuore.