Luigi Lucchetti*

La strage degli innocenti

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L’ultimo school shooting è nel Connecticut, con la sparatoria in una scuola di 20 bambini, ancora viva negli occhi di tutti. È l’effetto di un impluso o di un piano a lungo meditato? Identikit e psicogenesi di chi preme il grilletto

La recente ennesima strage degli innocenti occorsa in una scuola elementare di Newtown (Connecticut-Usa), in cui un ragazzo poco più che ventenne ha trucidato 20 bambini e 6 adulti – che enorme orrore e sgomento ha suscitato in tutto il mondo – costringe le forze di polizia e la comunità scientifica dei professionisti della salute mentale a prestare sempre maggiore attenzione al problema della violenza in ambito scolastico, ed in particolare al fenomeno dello school shooting. Con questo termine anglosassone, la cui traduzione letterale nella nostra lingua suonerebbe “sparatoria a scuola”, si indica l’azione criminale condotta da un adolescente che ha per scopo l’omicidio di studenti e/o di soggetti adulti che lavorano in una scuola. Sotto il profilo vittimologico, l’obiettivo del perpetratore è quello di uccidere specifiche persone e/o soggetti che rivestono determinati ruoli nell’istituzione scolastica. Il fenomeno ha visto la sua comparsa nel 1974, e si è assistito al suo progressivo incremento nel tempo fino a giungere ad un numero di casi che ad oggi può essere stimato vicino alle 100 unità, la maggior parte registrati negli USA, ma con recente diffusione al di fuori dell’ambito statunitense, in particolare Nord-Europa e Canada. Questi gravissimi crimini sono connotati dalle seguenti caratteristiche: l’autore è unico nella quasi totalità degli episodi, la sua età media è intorno ai 16 anni, maschio nel 95% dei casi, le armi da fuoco risultano quasi sempre gli strumenti di

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01/03/2013