Vincenzo R. Spagnolo
- prediche + esempi
«Io vado in motorino da un po’. Prima ero molto spericolato, passavo col rosso e me ne fottevo degli stop... Ma da quando i poliziotti della Stradale sono venuti in classe e ci hanno raccontato quanti “guaglioni” come me muoiono nelle strade per fare gli spavaldi, ho capito che facevo “strunzate” e ho iniziato ad essere prudente…».
È trascorso qualche anno da quando, invitato ad una delle prime edizioni di “Icaro”, il progetto della polizia per la sicurezza stradale sostenuto dal ministero dei Trasporti e dall’Ania, scambiai due parole con un ragazzetto campano, studente di uno degli istituti presenti in quell’occasione. Luigi, così si chiamava, aveva i capelli rasati e lucidi di gel, lo sguardo sveglio e un sorriso contagioso: non faticavi a immaginarlo come uno di quei “muschilli” che scorrazzano nei vicoli di Napoli.
Quel giorno, si aggirava incantato fra le vetture del Museo delle auto della Polizia di Stato: i motori erano la sua passione e non perdeva occasione per staccarsi dagli insegnanti e bombardare di domande i poliziotti in divisa. Da allora è passato molto tempo e Luigi ormai sarà un giovane adulto alle prese con le sfide della vita, ma il progetto Icaro ha continuato a macinare chilometri, superando il traguardo della dodicesima edizione e formando oltre 100mila studenti di tutte le età, dalle scuole materne all’università, sui temi dell’educazione stradale, in un’Italia che – anche grazie alla battaglia culturale per la prevenzione – ha visto scendere il tributo di sangue sulle strade da oltre 7mila morti l’anno a circa 3.800. Icaro, del resto, non è che uno dei tanti progetti indirizzati ai giovani dalla Polizia di Stato, che ha compreso l’importanza di diffondere il seme di una nuova cultura della sicurezza soprattutto fra le giovani generazioni: si va dalla diffusione di iniziative come le campagne contro il bullismo, insieme a volti noti di cinema e tv, ai “Concerti per la legalità” che ogni anno riuniscono star affermate e giovani promesse della musica fino all’idea di stimolare proposte ed iniziative per il calendario annuale in luoghi di sofferenza e riscatto, come il carcere minorile di Nisida. Del resto, per avere un’idea di quale intesa, negli ultimi anni, la polizia abbia saputo stringere coi ragazzi, non servono neppure tante parole. Basta accendere un tablet o uno smartphone ed entrare in Internet: nel giro di pochi minuti si può visitare il commissariato in versione web della polizia postale (impegnata, oltre che nelle indagini, in campagne informative per contrastare la piaga della pedopornografia e di altri reati in danno di minori) o chattare con l’agente Lisa, avatar virtuale con sembianze di una graziosa poliziotta e ben 48mila “mi piace” nella propria pagina Facebook. O si può cercare nei canali di YouTube, affollati di video e filmati prodotti dalle scolaresche di tutta Italia che ogni anno partecipano al concorso “Il poliziotto, un amico in più”.
Uno dei più recenti è stato realizzato interamente, sceneggiatura e recitazione compresa, da giovanissimi studenti abruzzesi di un liceo di Lanciano. Inizia con una prof. in cattedra che rimbrotta gli studenti. Fra i banchi, i ragazzi mugugnano. «Sono Renata e delle regole me ne frego…», avverte a brutto muso una di loro, seguita da Arturo il “duro” della classe, ma il filmato prosegue mostrando come i comportamenti da bullo o da spaccone ottengano solo clamorosi flop. In un altro video, invece, l’importanza di una guida prudente è testimoniata dal pilota e atleta Alex Zanardi, uno che “non molla mai” e che piace ai ragazzi proprio per il coraggio e la forza di volontà. «I giovani hanno più bisogno di esempi, che di critiche», raccomandava nel Settecento il pensatore francese Joseph Joubert. Un suggerimento ancora valido e del quale la polizia, a quanto pare, sta facendo tesoro.