Loredana Lutta e Susanna Carraro
Brasile - Escalation di violenza
Con mille morti dall’inizio dell’anno a San Paolo la violenza è riesplosa interrompendo una tregua che nel decennio precedente aveva drasticamente ridotto il numero degli omicidi e trasformato la città in uno dei luoghi più sicuri del Brasile. La miccia si accende nelle carceri in cui si trovano rinchiusi i capi di Primeiro Comando da Capital (Pcc), che da dietro le sbarre gestiscono traffici ed esecuzioni, e nelle favelas controllate da questo gruppo criminale, tra i più pericolosi del Paese. Seguendo l’esempio di Rio de Janeiro, che con interventi massicci delle forze dell’ordine espropria alle bande di narcotrafficanti i territori in cui sono arroccate, la polizia dello Stato di San Paolo alla fine dello scorso ottobre è entrata nelle favelas del Pcc, Campo Limpo, Capão Redondo e Paraisópolis, dando inizio all’operazione “Saturazione” con decine di arresti, sequestri di armi e stupefacenti e la scoperta di un registro con nomi e indirizzi di poliziotti da eliminare. Cedendo alle pressioni del governo federale, lo Stato di San Paolo ha deciso di trasferire in prigioni di massima sicurezza, lontane dal proprio territorio, alcuni detenuti pericolosi, a cominciare da un criminale detto Piauí, sospettato di aver ordinato dalla sua cella l’assassinio di sei poliziotti. Ma le esecuzioni non colpiscono soltanto i ranghi delle forze dell’ordine – novanta gli operatori uccisi su commissione o nel corso di sp
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