Giandomenico Protospataro

La riforma della patente di guida

CONDIVIDI

Attuazione della direttiva europea

Il 19 gennaio 2013 sarà una data da ricordare per tutti i titolari di patente di guida. È, infatti, la data in cui entrerà in vigore il dlg 59/2011 che dà attuazione al terzo gruppo di direttive comunitarie in materia di patente di guida. Si tratta di una vera e propria riforma che, dando attuazione alle norme comunitarie, riscrive e modifica molte norme del codice della strada.
Scompare, così, la patente nazionale conforme al modello comunitario. Finalmente si parlerà di patente UE, cioè patente unionale a voler indicare, anche simbolicamente, che la patente di guida sarà davvero unica ed uguale per tutti i cittadini dell’Unione Europea. Requisiti, percorsi formativi, modalità di svolgimento degli esami e perfino i requisiti degli esaminatori sono stati, infatti, disciplinati, nei minimi dettagli, in modo uniforme. La patente UE realizzerà un processo di unificazione normativa che è iniziato dagli Anni ’80 e che poterà tutti i Paesi dell’Unione a rilasciare uno stesso documento non solo dal punto di vista grafico, come già accadeva da 10 anni, ma soprattutto per quanto riguarda il contenuto dell’abilitazione di guida e la formazione dei conducenti.
Si potrà essere titolari di una sola patente di guida UE. La normativa europea, infatti, stabilisce chiaramente che nessuna persona può essere in possesso di più patenti emesse da diversi Stati membri. Questo divieto include anche le patenti ritirate.

1. Molte nuove abilitazioni
Le abilitazioni alla guida contenute nella patente UE saranno molte di più e diversamente articolate. Da 9 diventeranno ben 15. Non ci sarà più distinzione tra categorie e sottocategorie perché ogni patente avrà una sua autonomia e dignità e, per quanto riguarda il traino dei rimorchi, non si potrà più dire che la patente sia associata all’estensione di categoria E: ogni categoria che abilita alla guida di autoveicoli, infatti, avrà una sua specifica e diversa patente che abilita alla conduzione anche dei rimorchi.
Non si potrà, più, considerare una patente superiore e comprensiva di un’altra nel senso che, salvo specifiche eccezioni, ogni patente abiliterà a guidare soltanto i veicoli per i quali è stata rilasciata. Così, chi ha la patente B, non avrà pure la patente A o A2 per i motoveicoli e chi conseguirà la patente D per la guida di autobus non avrà di diritto anche la patente C per gli autocarri pesanti.
Ogni patente richiederà un esame con cui si dovrà verificare l’abilità di guida e la preparazione teorica del conducente per lo specifico veicolo che la patente stessa abilita a condurre.
Tra le novità di maggior rilievo, ci sono, inoltre: l’introduzione della patente per i ciclomotori, la categoria AM; la rimodulazione delle categorie di patenti necessarie per i motoveicoli (categoria A1, A2 e A); la reintroduzione delle patenti di categoria B1, C1 e D1, che, peraltro, erano già presenti nel nostro ordinamento dal 1995 al 1999.

2. La nuova patente UE
La nuova patente UE, come quella già in uso, sarà formato card, con la foto digitale del conducente e, per la prima volta, potrà essere predisposta ad ospitare un microchip contenente i dati del conducente e molte altre informazioni utili. Per il momento, tuttavia, questo dispositivo di memorizzazione, per ora facoltativo, non sarà utilizzato sulle patenti unionali rilasciate in Italia.
Tutte le voci saranno codificate ed identificate in modo uniforme attraverso un numero di riferimento (ad esempio 1 corrisponde al nome del conducente, 2 al cognome, e così via).
Il possesso delle abilitazioni, indicate nella faccia posteriore del documento, sarà rappresentato attraverso la stampa della data di conseguimento. Quelle per le quali c’è una data di conseguimento sono possedute. Se il campo a fianco ad una categoria, invece, è vuoto il conducente non la possiede. Secondo le norme europee, infatti, sulle patenti UE saranno indicate solo le abilitazioni che consentono la guida in tutto il territorio dell’Unione. Tuttavia, la nuova previsione non esclude che si possano guidare in Italia alcuni veicoli non indicati nella patente (ad esempio, chi avrà conseguito la patente B potrà condurre veicoli della categoria A1, sul territorio nazionale, anche senza aver sostenuto il relativo esame). Così, se alcune categorie di patenti sono utilizzabili solo in Italia, il documento non le conterrà in modo espresso; sulla base del tipo di patente o dalla data di conseguimento, sarà comunque possibile sapere se il conducente le possiede.
Sulla nuova patente UE non sarà più riportata la residenza del titolare. Si tratta di una scelta innovativa che, tuttavia, non esclude l’obbligo per il titolare di comunicare, al momento della richiesta di variazione di residenza, che è possessore di patente. A seguito di questa dichiarazione, il Comune trasmette alla Direzione generale della motorizzazione, per via telematica, le informazioni relative alla nuova residenza in modo che quell’ufficio provveda ad aggiornare l’anagrafe dei titolari di patente di guida, gestita dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Nonostante la mancanza della residenza, la nuova patente UE, continua a mantenere la natura di valido documento di identificazione per i cittadini italiani che ne sono titolari e la esibiscono sul territorio dello Stato.

3. Una patente anche per i ciclomotori
Occorrerà la patente anche per la guida dei ciclomotori. Sarà la nuova patente AM. Nel nostro Paese questa patente sostituirà il certificato di idoneità per la guida dei ciclomotori (CIGC) che, già da qualche anno, era rilasciato dalla Motorizzazione dopo un percorso formativo di tipo teorico-pratico che poteva essere svolto anche in ambito scolastico. La patente AM potrà essere rilasciata a tutti coloro che hanno compiuto 14 anni ma, fino a 16 anni, non consentirà di guidare fuori del territorio del nostro Paese. La nuova patente permetterà di guidare tutti i ciclomotori a 2 , 3 oppure a 4 ruote (cioè anche i quadricicli leggeri o “minicar”). Naturalmente, fino a 18 anni, il titolare di patente AM non potrà trasportare su questi veicoli altre persone, neanche se sono tecnicamente predisposti al trasporto di un passeggero. La patente sarà necessaria sia per i ciclomotori a motore termico che per quelli elettrici, per i quali è fissato un limite di potenza netta di 4 Kw.
Chi è titolare di qualsiasi altra patente, anche rilasciata precedentemente alla data di entrata in vigore delle nuove disposizioni, possiede di diritto la possibilità di condurre i ciclomotori anche senza aver sostenuto uno specifico esame di abilitazione su tali veicoli. Infatti, ogni altro tipo di patente comprende, di diritto e sull’intero territorio dell’Unione, anche la patente AM. Tuttavia, diversamente da quanto previsto in precedenza, coloro che, titolari di patente di guida, hanno avuto la patente sospesa per superamento di limiti di velocità di cui all’articolo 142, comma 9, cds (oltre 40 Km/h e meno di 60 Km/h rispetto al limite), durante il periodo di sospensione, non mantengono più il diritto alla guida di ciclomotore. Chi avrà la patente sospesa, perciò, non potrà guidare neanche le minicar durante il periodo in cui dura questo provvedimento.

4. Tre patenti per le moto
In ossequio all’esigenza di prevedere una specifica formazione e preparazione tecnica sui veicoli a due ruote, sono stati fissati requisiti di età diversi per guidare i motoveicoli più potenti ed è stata riarticolata l’intera categoria di patenti per le moto, distinguendola in 3 categorie: la patente A1, che si consegue a 16 anni, con più significativi limiti di potenza; la patente A2, per veicoli progressivamente più potenti, che si può conseguire a 18 anni, anche senza aver conseguito prima la patente A1 ed, infine, la patente A che si può conseguire solo a 24 anni se non si possiede la patente A2 oppure a 20 anni se si possiede già la patente A2 da almeno 2 anni. Rispetto al regime in vigore prima della riforma, non si assiste solo all’elevazione del limite di età per l’accesso diretto alla patente per i motoveicoli più potenti (che passa da 21 a 24 anni) ma si ha una nuova procedura anche per chi decide di guidare veicoli meno potenti. Infatti, mentre in precedenza la patente A con limitazioni di guida per moto conseguita a 18 anni diventava automaticamente patente A senza limiti dopo 2 anni o comunque dopo 21 anni, nella nuova disciplina normativa la patente A2, più limitata della A, potrà diventare patente A senza limiti di potenza solo a seguito dell’effettuazione di un nuovo esame con un veicolo di potenza adeguata.
Anche la patente A1 conseguita dopo il 19 gennaio 2013, tuttavia, subisce gli effetti della riforma. Infatti, consentirà di guidare solo i motocicli (con o senza carrozzino laterale) fino a 125 cm3 di cilindrata o con potenza non superiore ad 11 Kw e che abbiano un rapporto potenza/peso non superiore a 0,1 Kw/kg. Inoltre, non consentirà più la guida di tricicli oltre 15 kw di potenza netta né di quadricicli a motor

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

01/12/2012