Benedetta Centin*

Tutti fieri di Vicenza

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Polo industriale, città d’arte con un’alta percentuale di stranieri residenti, è uno dei capoluoghi del nord-est capace di un’efficace sinergia tra istituzioni e cittadini

Un inestimabile gioiello di cultura ed arte consacrato al nome dell’architetto Andrea Palladio e divenuto patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Un importante polo industriale ed economico, tra i più grandi d’Italia anche in fatto di esportazioni. La capitale dell’oro e del design, che con i suoi splendidi gioielli è diventata famosa in tutto il mondo. Il ritratto del ricco e operoso Nord-est, delle occasioni da prendere al volo, dell’imprenditore capace di stupire ed innovare, a tutte le latitudini. Caso tra tutti Renzo Rosso, Mr. Diesel. Ed ancora, un capoluogo aperto all’integrazione, con la più alta percentuale di stranieri residenti a livello veneto: il 16,5% della popolazione residente, che è di oltre 115.600 unità. Un modello di città sicura, dove la criminalità vanta fattori di incidenza tra i più bassi in ambito regionale. Così come riconosciuto anche dalle statistiche nazionali, prima tra tutte quella del quotidiano economico “Il Sole 24 ore”, pubblicata nell’agosto di quest’anno. Insomma un’isola felice, ovunque la si voglia guardare: questa è la città di Vicenza. Dove felici sono soprattutto i suoi cittadini. Fieri di vivere in un contesto così ricco, in tutti i suoi aspetti, sereni e tranquilli per la presenza costante di forze dell’ordine su tutto il territorio. Dagli agenti di quartiere ai reparti speciali fino agli elicotteri della Polizia di Stato, che presidiano le aree più sensibili della città dall’alto. Un’azione sinergica efficace. Lo dimostrano i fatti. Dai giardini di Campo Marzo, l’area verde vicina alla stazione ferroviaria, che il questore Angelo Sanna, con una puntuale attività di repressione e prevenzione, anche in collaborazione con reparti esterni, ha provveduto a “ripulire” dagli spacciatori e a rendere vivibile, di giorno come di notte. Ai negozi che lo stesso questore si è riservato di chiudere, poiché creavano problemi di ordine pubblico, essendo il punto di ritrovo di pregiudicati e motivo di disturbo per i residenti: è bastato notificare ai titolari il decreto di sospensione della licenza e chiusura temporanea dell’attività, ovvero l’articolo 100 del testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza, per far cambiare atteggiamento e riportare alla normalità la situazione. Fino alla piaga della prostituzione. Soprattutto quella di strada, legata spesso a drammatiche storie di sfruttamento, una catena difficile da spezzare. Anche in questo caso il merito, ampiamente riconosciuto, va al questore Angelo Sanna che ha trovato la soluzione ad un fenomeno che di soluzioni non ne contempla. Almeno fino a quando ci sarà una domanda. Che anche in questi periodi di crisi economica sembra non conoscere flessioni. La presenza incombente di Volanti, Squadra mobile e del Reparto prevenzione crimine di Padova ha sortito l’effetto sperato. I numerosi servizi notturni lungo le strade in cui la presenza di lucciole era consistente, hanno fatto da deterrente. Un lavoro mirat

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01/11/2012